CSAIL SU PROGRAMMA TEMPA ROSSA DELLA TOTAL
09.10.2015
ore 17:17
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AGR
"Il rallentamento – perché di questo si tratta anche se non ci sarà mai piena ammissione da parte del management Total - per completare i lavori di preparazione e sviluppo del giacimento petrolifero Tempa Rossa, nell’alta valle del Sauro, ci offre una nuova opportunità di tempo per interloquire nell’interesse delle comunità saurine e ottenere il massimo di benefici e vantaggi".
E’ il parere del Csail, che ha tenuto a Corleto un incontro popolare, affidando al presidente Flippo di Massaro di sintetizzare la posizione.
"Per prima cosa – dice Massaro in un comunicato stampa – si deve chiedere un incremento di manodopera locale. Attualmente sono un migliaio gli operai impegnati nella fase di cantiere e quasi tutte le aziende a lavoro sono pugliesi come Aleandri e Tecnomec di Bari, Marraffa di Taranto e Iba di Brindisi che partecipano alla costruzione di alcune opere. Ci sono sicuramente ritardi da parte dell’imprenditoria locale e lucana che si è fatta trovare impreparata, ma mettendo insieme risorse tecniche, professionalità, mezzi e strumenti, attraverso consorzi per appalti, non ci si deve accontentare di subappalti. La piccola e media impresa in particolare non deve più fidarsi di Confindustria e di “Pensiamo Basilicata” ma costruire un proprio “cartello” tanto più necessario come dimostra in Val d’Agri la vicenda commesse Eni. Noi – precisa il presidente del Csail – non siamo mai stati contrari per principio all’attività petrolifera e per questo riteniamo che sia legittimo da parte della Total ottenere la certezza di poter proseguire il proprio programma per il quale ci sono stati già consistenti investimenti. Ha dunque fatto bene il governatore Pittella a ribadire le rassicurazioni sul rispetto degli accordi siglati dalla Regione con la Total nel 2006 per la messa in produzione di 50mila barili di petrolio al giorno. Piuttosto l’attenzione deve essere concentrata su tutte le garanzie dell’impatto sul territorio (salute, compatibilità con attività agricole e produttive, ecc.) e c’è bisogno del chiarimento definitivo della posizione della Regione Puglia, del Comune di Taranto perché sarebbe un controsenso decidere di non far arrivare il greggio dal Sauro a Taranto, opponendosi al progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria tarantina per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento lucano".
Il Csail ritiene che "nonostante le manovre in Parlamento per cambiare la Costituzione per accentare competenze ai danni della nostra Regione la battaglia referendaria non va smobilitata in quanto rappresenta un forte atto di pressione nei confronti del Governo. La Giunta Pittella e il Consiglio Regionale farebbero bene comunque a ricercare il consenso di associazioni e comitati popolari sforzandosi di spiegare con maggiore chiarezza e trasparenza le proprie azioni.
Infine – dice Massaro – staniamo il management Total da manovre finanziarie e borsistiche: non è casuale che dopo l'annuncio fatto agli investitori a Londra sul taglio di investimenti in Norvegia e Australia e sul rinvio dello sviluppo del giacimento lucano, in contemporanea sia venuto l’annuncio del rilancio del programpa Tempa Rossa".
bas04
E’ il parere del Csail, che ha tenuto a Corleto un incontro popolare, affidando al presidente Flippo di Massaro di sintetizzare la posizione.
"Per prima cosa – dice Massaro in un comunicato stampa – si deve chiedere un incremento di manodopera locale. Attualmente sono un migliaio gli operai impegnati nella fase di cantiere e quasi tutte le aziende a lavoro sono pugliesi come Aleandri e Tecnomec di Bari, Marraffa di Taranto e Iba di Brindisi che partecipano alla costruzione di alcune opere. Ci sono sicuramente ritardi da parte dell’imprenditoria locale e lucana che si è fatta trovare impreparata, ma mettendo insieme risorse tecniche, professionalità, mezzi e strumenti, attraverso consorzi per appalti, non ci si deve accontentare di subappalti. La piccola e media impresa in particolare non deve più fidarsi di Confindustria e di “Pensiamo Basilicata” ma costruire un proprio “cartello” tanto più necessario come dimostra in Val d’Agri la vicenda commesse Eni. Noi – precisa il presidente del Csail – non siamo mai stati contrari per principio all’attività petrolifera e per questo riteniamo che sia legittimo da parte della Total ottenere la certezza di poter proseguire il proprio programma per il quale ci sono stati già consistenti investimenti. Ha dunque fatto bene il governatore Pittella a ribadire le rassicurazioni sul rispetto degli accordi siglati dalla Regione con la Total nel 2006 per la messa in produzione di 50mila barili di petrolio al giorno. Piuttosto l’attenzione deve essere concentrata su tutte le garanzie dell’impatto sul territorio (salute, compatibilità con attività agricole e produttive, ecc.) e c’è bisogno del chiarimento definitivo della posizione della Regione Puglia, del Comune di Taranto perché sarebbe un controsenso decidere di non far arrivare il greggio dal Sauro a Taranto, opponendosi al progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria tarantina per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento lucano".
Il Csail ritiene che "nonostante le manovre in Parlamento per cambiare la Costituzione per accentare competenze ai danni della nostra Regione la battaglia referendaria non va smobilitata in quanto rappresenta un forte atto di pressione nei confronti del Governo. La Giunta Pittella e il Consiglio Regionale farebbero bene comunque a ricercare il consenso di associazioni e comitati popolari sforzandosi di spiegare con maggiore chiarezza e trasparenza le proprie azioni.
Infine – dice Massaro – staniamo il management Total da manovre finanziarie e borsistiche: non è casuale che dopo l'annuncio fatto agli investitori a Londra sul taglio di investimenti in Norvegia e Australia e sul rinvio dello sviluppo del giacimento lucano, in contemporanea sia venuto l’annuncio del rilancio del programpa Tempa Rossa".
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