SANITÀ, UIL FPL: FARE CHIAREZZA SUI CENTRI ACCREDITATI PRIVATI
29.07.2016
ore 17:03
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AGR
“La schiarita annunciata dalla IV Commissione Consiliare che stabilisce gli indirizzi per la definizione dei tetti di spesa da assegnare alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti e di specialistica ambulatoriale, rischia di trasformarsi subito in una bufera”. Lo afferma, in un comunicato stampa, R. Pisani, segreteria regionale Uil Fpl.
“La bufera – continua Pisani - è segnata principalmente dal drammatico ritardo che porterà alle Aziende a conoscere il tetto di spesa solo alla fine di settembre o addirittura ottobre; ovvero quando la maggior parte delle strutture avranno già erogato l’80% delle prestazioni, mentre il restante 20% sarà invece in capo alle Direzioni Generali delle ASL secondo un criterio che certamente non sta a noi discutere. Insomma come giocare una partita e apprendere le regole del gioco solo alla metà del secondo tempo. Quello che invece riteniamo doveroso riprendere è il deliberato relativo all’assegnazione a ciascun centro privato accreditato circa il tetto di spesa provvisorio 2016, che doveva essere pari al tetto di spesa relativo al 2015, riservandosi di modificarlo con possibilità di conguaglio positivo o negativo a fronte dell’emanazione dei criteri regionali per l’individuazione dei nuovi tetti di spesa relativi all’anno 2016, che la Giunta Regionale, giusta delibera n. 1650 del 15/12/2015, si era impegnata a definire entro il 28 febbraio 2016 al fine di consentire entro 31 marzo 2016 la sottoscrizione dei relativi contratti.
L’altro aspetto che come organizzazione sindacale ci preme contrastare sono le “finte partite IVA” che in questo settore sono drammaticamente in crescita. Riteniamo che le istituzioni debbano fare rispettare a tutte le Strutture il D. Lgs 81/2015 che recita: “a far data dal primo gennaio 2016, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si concretino in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi ed al luogo di lavoro”. Pertanto, riteniamo doveroso che si facciano stringenti controlli sulle strutture che utilizzano professionisti che a loro volta erogano prestazioni per un unico committente, in modo tale da stanare i furbetti che sfruttano i lavoratori, generando un utilizzo fraudolento delle partite IVA.
Insomma sia gli impegni non mantenuti della Regione Basilicata che i centri con lavoratori a P.IVA stanno mettendo a rischio non solo un numero considerevole di posti di lavoro per via dei tagli considerevoli che in molti casi raggiungerà almeno il 30% del personale, ma anche e soprattutto la salute dei cittadini già costretti a confrontarsi con liste di attesa interminabili presso le strutture pubbliche”.
bas04
“La bufera – continua Pisani - è segnata principalmente dal drammatico ritardo che porterà alle Aziende a conoscere il tetto di spesa solo alla fine di settembre o addirittura ottobre; ovvero quando la maggior parte delle strutture avranno già erogato l’80% delle prestazioni, mentre il restante 20% sarà invece in capo alle Direzioni Generali delle ASL secondo un criterio che certamente non sta a noi discutere. Insomma come giocare una partita e apprendere le regole del gioco solo alla metà del secondo tempo. Quello che invece riteniamo doveroso riprendere è il deliberato relativo all’assegnazione a ciascun centro privato accreditato circa il tetto di spesa provvisorio 2016, che doveva essere pari al tetto di spesa relativo al 2015, riservandosi di modificarlo con possibilità di conguaglio positivo o negativo a fronte dell’emanazione dei criteri regionali per l’individuazione dei nuovi tetti di spesa relativi all’anno 2016, che la Giunta Regionale, giusta delibera n. 1650 del 15/12/2015, si era impegnata a definire entro il 28 febbraio 2016 al fine di consentire entro 31 marzo 2016 la sottoscrizione dei relativi contratti.
L’altro aspetto che come organizzazione sindacale ci preme contrastare sono le “finte partite IVA” che in questo settore sono drammaticamente in crescita. Riteniamo che le istituzioni debbano fare rispettare a tutte le Strutture il D. Lgs 81/2015 che recita: “a far data dal primo gennaio 2016, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si concretino in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi ed al luogo di lavoro”. Pertanto, riteniamo doveroso che si facciano stringenti controlli sulle strutture che utilizzano professionisti che a loro volta erogano prestazioni per un unico committente, in modo tale da stanare i furbetti che sfruttano i lavoratori, generando un utilizzo fraudolento delle partite IVA.
Insomma sia gli impegni non mantenuti della Regione Basilicata che i centri con lavoratori a P.IVA stanno mettendo a rischio non solo un numero considerevole di posti di lavoro per via dei tagli considerevoli che in molti casi raggiungerà almeno il 30% del personale, ma anche e soprattutto la salute dei cittadini già costretti a confrontarsi con liste di attesa interminabili presso le strutture pubbliche”.
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