TUB. A MATERA IL 24 MARZO IN SCENA "GRAMSCI ANTONIO DETTO NINO"
20.03.2018
ore 18:50
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AGR
Antonio Gramsci, Lorenzo Milani, Aldo Moro. Tre uomini, tre storie, tre culture accomunate dall'amore per la Democrazia, che Teatri Uniti di Basilicata ha deciso di presentare con il linguaggio del teatro nella proposta della Stagione “Teatro, guardare vedendo”.
Sarà Matera, sabato 24 marzo, alle ore 20:30 nell’Auditorium R. Gervasio, ad ospitare la prima messa in scena “Gramsci Antonio detto Nino” di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno. Lo spettacolo racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del Novecento. Vita assolutamente privata: sullo sfondo, e solo sullo sfondo, il tormentoso rapporto con il PCI e l’Internazionale socialista, le incomprensioni con Togliatti e Stalin. E l’ombra di Benito Mussolini. In primo piano invece la feroce sofferenza di un uomo che il fascismo vuole spezzare scientificamente, che vive una disperata solitudine, e in dieci anni di prigionia, giorno dopo giorno, si spegne nel dolore e nell’assenza delle persone che ama: la moglie Julka, i figli Delio e Giuliano. Il primo lo ha visto piccolissimo, il secondo non lo ha nemmeno mai conosciuto. Proprio le bellissime lettere ai suoi figli sono state il punto di partenza: tenerissime epistole a Delio e Giuliano, ai quali Gramsci scrive senza mai nominare il carcere e la sua condizioni fisica e psichica, dando il meglio di sé come uomo genitore e pedagogo. Ma accanto a queste, le lettere di un figlio devoto a una madre anziana che lo aspetta in Sardegna e non capisce. Le lettere di un fratello. Di un marito. Il corpus delle lettere di Antonio Gramsci ai familiari è un capolavoro di umanità, etica, onestà spirituale e sofferenza, un romanzo nel romanzo, che apre a pensieri, dubbi, misteri che raccontare in teatro è avventura sorprendente.
Brillante prova di attore per Fabrizio Saccomanno, che porta in scena lo spettacolo prodotto da Ura Teatro, con la collaborazione artistica di Fabrizio Pugliese e la consulenza scientifica di Maria Luisa Righi e della Fondazione Gramsci.
Sempre a Matera, il 21 aprile andrà in scena “Cammelli a Barbiana”, il racconto del miracolo della scuola di Barbiana e del maestro rivoluzionario del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani; il 5 maggio “Moro. I 55 giorni che cambiarono la Repubblica” portato in scena da Ulderico Pesce.
La Stagione Teatrale “Teatro, guardare vedendo” è realizzata con il patrocinio della Regione Basilicata, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del turismo, la collaborazione di tutti i comuni coinvolti e il prezioso contributo della BCC di Basilicata.
Sarà Matera, sabato 24 marzo, alle ore 20:30 nell’Auditorium R. Gervasio, ad ospitare la prima messa in scena “Gramsci Antonio detto Nino” di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno. Lo spettacolo racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del Novecento. Vita assolutamente privata: sullo sfondo, e solo sullo sfondo, il tormentoso rapporto con il PCI e l’Internazionale socialista, le incomprensioni con Togliatti e Stalin. E l’ombra di Benito Mussolini. In primo piano invece la feroce sofferenza di un uomo che il fascismo vuole spezzare scientificamente, che vive una disperata solitudine, e in dieci anni di prigionia, giorno dopo giorno, si spegne nel dolore e nell’assenza delle persone che ama: la moglie Julka, i figli Delio e Giuliano. Il primo lo ha visto piccolissimo, il secondo non lo ha nemmeno mai conosciuto. Proprio le bellissime lettere ai suoi figli sono state il punto di partenza: tenerissime epistole a Delio e Giuliano, ai quali Gramsci scrive senza mai nominare il carcere e la sua condizioni fisica e psichica, dando il meglio di sé come uomo genitore e pedagogo. Ma accanto a queste, le lettere di un figlio devoto a una madre anziana che lo aspetta in Sardegna e non capisce. Le lettere di un fratello. Di un marito. Il corpus delle lettere di Antonio Gramsci ai familiari è un capolavoro di umanità, etica, onestà spirituale e sofferenza, un romanzo nel romanzo, che apre a pensieri, dubbi, misteri che raccontare in teatro è avventura sorprendente.
Brillante prova di attore per Fabrizio Saccomanno, che porta in scena lo spettacolo prodotto da Ura Teatro, con la collaborazione artistica di Fabrizio Pugliese e la consulenza scientifica di Maria Luisa Righi e della Fondazione Gramsci.
Sempre a Matera, il 21 aprile andrà in scena “Cammelli a Barbiana”, il racconto del miracolo della scuola di Barbiana e del maestro rivoluzionario del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani; il 5 maggio “Moro. I 55 giorni che cambiarono la Repubblica” portato in scena da Ulderico Pesce.
La Stagione Teatrale “Teatro, guardare vedendo” è realizzata con il patrocinio della Regione Basilicata, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del turismo, la collaborazione di tutti i comuni coinvolti e il prezioso contributo della BCC di Basilicata.
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