FERRONE (LEU) SU STRATEGIA AREE INTERNE E AUTONOMIA REGIONALE

punti apici 20.06.2018 ore 10:20
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AGR “Il recente Rapporto della Banca d’Italia sull’economia della Basilicata, al 2017, riferisce che (su dati dell’Agenzia per la Coesione territoriale) la strategia nazionale per le aree interne in Basilicata ha previsto interventi per 31,4 milioni di euro, di cui per la stragrande maggioranza (27,4 milioni) di derivazione dai Programmi Comunitari 2014-2020. Pur in presenza di risorse finanziarie inadeguate ad affrontare i problemi di mobilità, sanità, istruzione delle nostre comunità che vivono nelle zone più svantaggiate, diventa questa l’occasione per lanciare un allarme su cosa potrebbe accadere se passasse la linea di autonomia regionale del Governo Lega-M5S a trazione leghista”.

E’ la riflessione che fa Carmine Ferrone, dirigente LeU per il Marmo-Platano e assessore comunale a Bella.

“Il rischio – afferma- è di un’ulteriore riduzione di fondi per il Sud e per le aree interne a vantaggio soprattutto di Lombardia e Veneto che, a dire dei rispettivi Governatori e del Ministro leghista (Affari Regionali) Stefani, sono già pronte ad attuare non solo l’autonomia regionale, così come hanno già concordato con il precedente Governo Gentiloni, ma la conseguente autonomia fiscale. Vale a dire: Lombardia e Veneto (e a seguire altre Regioni del Nord) vorrebbero tenersi per sé le entrate del gettito fiscale senza osservare il dettato Costituzionale. Purtroppo c’è da registrare una profonda sottovalutazione politica e se non fosse per gli interventi e le prese di posizione di Cgil e Uil questa situazione passerebbe in sordina. La nostra, invece, è una proposta per azzerare lo Sblocca Italia, una nuova intesa tra Stato e Regione sulle risorse naturali, un percorso di autonomia e federalismo. Dobbiamo riaprire totalmente la discussione con il governo nazionale e con lo Stato sull’ambiente e sul petrolio. Una proposta che riprende quanto accaduto con il referendum della Lombardia e del Veneto, ovvero una ridefinizione in senso autonomistico delle relazioni tra la Basilicata e lo Stato. Loro hanno richiesto autonomia in ordine alla politica fiscale, noi dovremmo farlo sulla politica energetica e sulla difesa del patrimonio naturalistico e dei cittadini”.

“Quello che serve – conclude Ferrone- è un nuovo patto tra Stato e Regione Basilicata: tutti gli accordi sul petrolio devono essere riletti dalla luce di quello che è successo in questi anni. Se ne può occupare solo una classe dirigente con la schiena dritta, che abbia consapevolezza dei problemi di questa terra”.

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