CIA: ATTESE E ASPETTATIVE DAL VINITALY PER IL VINO LUCANO

La nuova edizione del Vinitaly di Verona, Salone Mondiale dei vini, è la vetrina per rilanciare il vino lucano di qualità e per monitorare i problemi (vecchi e nuovi) dei vitivinicoltori della Basilicata. Intanto – sottolinea la Cia della Basilicata – è necessario che i nostri produttori assumano piena consapevolezza che è cambiata la mappa degli acquisti di vino nel nostro Paese. La grande distribuzione vede crescere le vendite, mentre le tradizionali enoteche faticano a tenere il mercato e cercano di superare le difficoltà offrendo proposte innovative, dai “wine club” alle degustazioni guidate da produttori, enologi, personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, agli aperitivi che vengono legati alle varie tipicità agroalimentari. Proprio le cantine -afferma la Cia- registrano un vero “boom”. Nel 2009 si è avuto un incremento delle “visite” negli “agri-wine” del 20 per cento rispetto all’anno precedente. Non siamo in presenza di una semplice moda, ma di un’inversione di rotta nei consumi determinata in particolare dalle mutate condizioni economiche delle famiglie che cercano di abbinare il risparmio con la qualità.
Quanto ai problemi specifici dei produttori lucani, la quantità 2009 sugli stessi livelli del 2008 tra i 210 mila e i 220 mila ettolitri di vino e la qualità senza differenzazioni dall’annata precedente non possono offuscare il problema centrale: solo l’aglianico e con esso tutte le bottiglie che possono fregiarsi del doc si salvano nel rapporto costi produzione-margine di guadagno.
Il patrimonio viticolo regionale si aggira sui 4000 ha di vigneti (dai dati schedario e Istat della metà degli anni 90 ne avevamo 9000 ha se li confrontiamo con la Sicilia 140.000 ha la Puglia altrettanti) di questi circa 2700 ha sono in Provincia di Potenza e la restante parte in Provincia di Matera. In Basilicata esistono attualmente tre aree Doc (Doc Vulture, Doc Matera e la Doc Terre dell’Alta Val d’Agri) mentre la restante parte del territorio regionale è destinato alle Igt Basilicata e Grottino. Nell’area del Vulture abbiano circa 2000 ha di vigneti coltivati di cui la maggior parte ad Aglianico di questi circa 800 ha sono iscritti agli albi Doc.
Al Vinitaly si spera di consolidare i rapporti commerciali specie con l’estero. Ed è particolarmente significativa l’esperienza delle intese commerciali che la Cantina Sociale di Venosa ha raggiunto con un gruppo di imprenditori della Repubblica Popolare di Cina. L’iniziativa – riferisce il presidente della Cantina di Venosa Giuseppe Pietrafesa – fa seguito ai primi contatti con la King International Ltd di Shangai, che ha acquistato da noi 36mila bottiglie di vino Aglianico.
Dal Vinitaly si rafforza, comunque, la scelta del contatto diretto con la terra, con il produttore, con i luoghi dove nasce il vino. Scelta che premia anche la spesa. Si possono, infatti, acquistare prodotti di ottima qualità a prezzi molto convenienti. E nello stesso tempo la lunga schiera di “eno-appassionati” ha la possibilità di instaurare il rapporto con la campagna. C’è la riscoperta di antiche tradizioni, di usanze secolari e, quindi, anche delle cantine. Si approfitta di un “week-end” per un percorso eno-turistico per assaggiare e scegliere le etichette. Per incontrare chi le produce e visitare il posto dove l’uva si trasforma in vino.
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