Sulla diffusione della sharka nel Metapontino vi è stata una profonda sottovalutazione: l’area è molto più vasta di quella monitorata, infatti dalle rivelazioni fatte il fenomeno riguarda circa il 10% (tra i 1.000 e i 1.200 ettari su un totale di circa 12.000 ha a drupacee, per la grande maggioranza pesche, nettarine, percochi.
A sostenerlo è la CIA-Confederazione Italiana Agricoltori secondo cui innanzitutto bisogna mettere a sistema con urgenza le strutture, i laboratori, e la strumentazione esistente oltre alle relative competenze, evitando inutili conflitti o diaspore.
In questa fase è necessario operare in forma sinergica e collegiale per affrontare una criticità che rischia di assumere contorni drammatici e pesantissimi sia sul versante produttivo che in termini di impatto socio-economico.
A parere della CIA considerato anche quanto emerso nell’ultima riunione del Tavolo Verde e l’ampiezza del fenomeno, è necessario recuperare ed aggiornare alla luce degli ultimi eventi il piano già predisposto ed approvato dalla Giunta Regionale a fine 2010.
Assolutamente urgente è la operatività e l’attuazione degli interventi previsti, sia quelli tesi ad arginare e circoscrivere il fenomeno, ma aspetti ancora più importanti e delicati riguardano le attività di prevenzione, oltre a stabilire il “quantum” delle risorse occorrenti.
L'Ufficio Fitosanitario ha competenze di polizia fitosanitaria ed è in grado di coordinarsi anche con il Ministero ecc. l'ALSIA di certo può svolgere attività di diagnosi in campo e divulgazione, mettendo anche a disposizione i tre laboratori di prima indagine che possiede, affidando a Metapontum Agrobios, tutta la parte di laboratorio test molecolari, immunodiagnostici, caratterizzazione molecolare dei ceppi mediante analisi di sequenza ecc.
Inoltre, Agrobios ha sviluppato un lavoro con il coinvolgimento dell'Agenzia Spaziale per effettuare voli radenti con analisi d'immagine all'infrarosso e studio del territorio con immagini satellitari per stabilire aree a più altro rischio rispetto ad altre in modo tale da intervenire con precisione.
Secondo la CIA è utile irrobustire i contattati con strutture di eccellenza ed all’avanguardia come ad esempio l'Università di DAVIS della California e l'Università, S. Anna di Pisa che sono in grado di fornire e mettere a disposizione tecniche assolutamente innovative come la biosensoristica di campo, per la prima volta al mondo per la sharka e per la prima volta in assoluto per l'Italia.
Tale impostazione ha bisogno di una regia e a parere della CIA si potrebbe istituire l’osservatorio per le malattie fitosanitarie da quarantena quale momento di sintesi e coordinamento, per evitare conflitti e dare organicità agli interventi ma soprattutto per fare sistema e squadra su una problematica che rischia di mettere in ginocchio un intero settore produttivo.
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