Giovanni Russo, un lucano che raccontò l’Italia

“Oggi, nel centenario della nascita di Giovanni Russo, la Basilicata rende omaggio a un giornalista e scrittore che – dice il Presidente della Regione, Vito Bardi – ha segnato la storia del nostro Paese con il suo sguardo attento e profondo sul Mezzogiorno e sull’Italia intera”.

Nato a Salerno il 21 febbraio 1925 e cresciuto a Potenza, Russo ha incarnato il meglio della tradizione intellettuale meridionale: “Quella – sottolinea Bardi – che non si è mai arresa di fronte alle ingiustizie, ma le ha raccontate con passione e rigore. La sua carriera, segnata dal lungo impegno come inviato del Corriere della Sera, lo ha portato a esplorare le trasformazioni del Sud, le dinamiche dell’emigrazione, il difficile rapporto tra modernità e tradizione”. Bardi evidenzia come il suo libro “Baroni e contadini”, pubblicato nel 1955 e vincitore del Premio Viareggio, rimanga una pietra miliare per comprendere la società meridionale del dopoguerra. “Ma la sua opera – aggiunge il Presidente – non si è limitata a una denuncia delle disuguaglianze: è stata anche una testimonianza d’amore per la sua terra, per la sua gente, per la sua cultura. Russo ha saputo coniugare il rigore dell’analisi con la capacità di narrare storie vere, di dare voce agli ultimi senza mai cadere nella retorica o nel pietismo”.

Nel ricordarlo oggi, la Basilicata deve interrogarsi su quanto il suo lavoro sia ancora attuale: “Le sfide che egli raccontava – prosegue Bardi – non sono scomparse. Il Mezzogiorno continua a lottare per il suo sviluppo, per trattenere i suoi giovani, per costruire un futuro che non sia solo un’eco del passato. La sua lezione – sottolinea il Presidente – ci invita a non fermarci alla superficie dei problemi, ma a indagarne le radici profonde, con onestà e coraggio”. “Come Presidente della Regione Basilicata – conclude Bardi – mi impegno affinché la memoria di Giovanni Russo non sia solo un ricordo, ma uno stimolo per le nuove generazioni di giornalisti, studiosi e amministratori. Perché la sua eredità non è solo nelle pagine che ha scritto, ma nell’insegnamento che ci ha lasciato: guardare sempre la realtà con occhi liberi, senza pregiudizi, con la volontà di capire e di cambiare”.

 

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