CIA: IN VAL D’AGRI COME PER IL PETROLIO ANCHE L’ACQUA COSTA DI PIÙ
12.06.2019
ore 16:39
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AGR
Totale insoddisfazione è stata espressa dagli agricoltori della Val d’Agri associati alla Cia-Agricoltori in merito all’incontro avuto con il commissario del Consorzio unico di bonifica Musacchio rispetto ai problemi della domanda e alle esigenze di irrigazione delle aziende della valle. Intanto – sottolinea in una nota Michele Bove, vice presidente Cia Potenza – non è sopportabile il criterio adottato che vede applicata nel comprensorio Val d’Agri una tariffa equiparata a quella di altre aree regionali a più alta redditività delle produzioni. E’ come se il reddito dell’agricoltore medio della valle fosse identico a quello del collega del Metapontino. Un’altra criticità segnalata riguarda l’inadeguatezza degli impianti irrigui dell’ex Consorzio Alta Val d’Agri che non soddisfano le richieste delle imprese agricole e zootecniche. E’ evidente – dice Bove – che gli investimenti già programmati dal Consorzio sono stati dirottati altrove e non certamente in direzione dell’adeguamento di un servizio a carico degli imprenditori agricoli. La Cia ha segnalato che la situazione, che provoca l’allarme della categoria, è ancora più incomprensibile tenuto conto della superficie ridotta di ettari da irrigare che ha un’estensione ridotta a poche centinaia di ettari ed è localizzata nell’area macrofornitrice di acqua attraverso l’invaso del Pertusillo e le sorgenti più importanti. Per noi agricoltori – dice Bove – si ripete lo stesso “copione” della storia del petrolio: il carburante estratto in Val d’Agri alle stazioni di rifornimento costa di più che altrove, anche per il gasolio agricolo, mentre l’acqua destinata all’irrigazione che proviene da qui non dà alcun beneficio alle comunità locali. Ci aspettiamo un intervento dell’Assessore all’Agricoltura tenuto conto che il processo di governance del sistema idrico sia ad uso potabile che irriguo che industriale non è stato ancora portato a termine. Il commissariamento del Consorzio di Bonifica – a parere della Cia – va superato dalla fase di democratizzazione dell’ente consegnando la gestione ai diretti protagonisti che pagano di tasca propria, vale a dire agricoltori e allevatori zootecnici. La Confederazione lamenta inoltre l’eccesso di burocrazia che costringe i titolari di impresa ad inutili viaggi negli uffici competenti quando invece sarebbe sufficiente far ricorso al Fascicolo Aziendale per un rapporto efficace imprese-Amministrazione Regionale.
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