MENO RICOVERI, PIÙ TERRITORIO. COME CAMBIANO SANITÀ E WELFARE

punti apici 25.07.2012 ore 13:52

De Filippo: In un momento che non consente errori la Basilicata mette in campo un piano frutto di una grande partecipazione”. Martorano: “Un’organizzazione tarata su un territorio ampio e con una bassa densità di popolazione”

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AGR Meno cure “a letto” e più sanità sul territorio, in sistema “hub and spoke” (mozzo e raggi) che diventa il modello per garantire il diritto alla salute nella “città diffusa Basilicata” integrandosi con un’organizzazione distrettuale e di ambito e creando sinergia con la rete dei servizi sociali. Difficile ridurre a estrema sintesi il Piano regionale della Salute e dei Servizi alla Persona e alla Comunità, ma può indicarsi in questi passaggi almeno la filosofia che ne è alla base.

“Il Consiglio regionale – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – ha avuto il merito e la responsabilità di approvare, a 15 anni di distanza dall’ultimo Piano sanitario, uno strumento di programmazione che appare ancor più importante in quella che è forse la più difficile congiuntura del nostro Paese. In un momento come questo, infatti, non ci si può permettere divagazioni e distrazioni e ogni azione deve rientrare in un progetto definito anche perché risorse per correggere interventi sbagliati non ce ne sono e andrebbero a impoverire il sistema sanitario regionale”.

Il nuovo piano, che nasce dopo una fase di studio confronto durata due anni e che ha coinvolto il mondo delle professioni, il sindacato, la cooperazione sociale, il volontariato oltre che la politica, è stato costruito sotto la regia dell’assessore alla Salute Attilio Martorano in modo da rispondere in modo puntuale a quelle che sono le particolari esigenze di una regione come la Basilicata che vede un limitato numero di residenti suddiviso nei 131 centri del proprio ampio territorio. “Per far fronte a questa realtà – spiega lo stesso assessore Martorano, ci siamo mossi su due direttrici: la prima è quella dei sistemi ‘a rete’, la seconda è quella di spostare sempre più l’attività sanitaria dai così detti centri di cura al territorio. Questo sia perché siamo convinti che ci sia una questione di crescita della qualità della vita nel garantire il diritto alla salute senza un eccessivo ricorso all’ospedalizzazione, sia perché questioni di risorse ma ancor più di standard di qualità rendono impensabile una infinita clonazione di strutture in ogni centro. Così, dal confronto che si è sviluppato nei due anni da quando, il 27 luglio 2012 il presidente De Filippo ha assunto in Consiglio l’impegno di elaborare il nuovo piano, è emersa con chiarezza l’indicazione di una riduzione della sanità ospedaliera in favore di una crescita della sanità territoriale. Una indicazione che ha preso forma in sistemi con punti centralizzati di eccellenza e ramificazioni sul territorio, nella messa in campo di macrodipartimenti e funzioni centralizzate di pari passo alla creazione di nove Distretti di comunità che, fungendo da sportello unico del cittadino, avrà in carico tutte le funzioni fondamentali. Una nuova organizzazione che, tuttavia, non ha visto tagli ai posti letto della rete ospedaliera, in virtù delle attente politiche realizzate dalla Regione già prima della spending review e che ha visto la nostra regione rientrare perfettamente nei nuovi parametri indicati dal Governo”.

Un altro elemento del piano indicato come qualificante dall’assessore Martorano è la programmazione congiunta si servizi sanitari e servizi sociali che, spiega, “prevede il coordinamento di Distretti e Ambiti per progettare e gestire servizi e risorse finanziarie, eliminando rischi di duplicazioni di interventi e attivando sinergie. E in questo quadro – aggiunge l’assessore - particolare attenzione viene data, alla residenzialità protetta, passando gradualmente dai circa 200 posti oggi disponibili ad una previsione di 1179 posti residenziali e semiresidenziali in ambito regionale”.

“Non abbiamo fatto rivoluzioni – spiega il presidente De Filippo – ma abbiamo dato unitarietà a linee di politica sanitaria già emerse nel corso di questi anni e le abbiamo meglio affinate e definite nel confronto con le forze politiche, gli operatori, le forze sociali, i cittadini. E sinceramente – ha aggiunto il presidente – devo dare merito a tutti per il contributo offerto, a quelle forze di maggioranza e di opposizione che l’hanno votata lavorando fino a tarda notte ma anche al gruppo Pdl che ha contribuito fattivamente nel dibattito in commissione, ha partecipato alla rima fase del dibattito di Aula e, sono certo, non farà mancare il proprio contributo nei successivi passaggi già previsti per attuare la riforma. I temi della salute e del welfare – ha concluso De Filippo – hanno un valore talmente forte per i cittadini da richiedere l’impegno e le energie di tutti per fare scelte sempre migliori”.