CUPPARO: PROGETTO COMUNITA’ EDUCANTE IN LINEA CON PIANO STRATEGICO
29.11.2021
ore 08:12
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l'assessore Cupparo
AGR
“Alla Regione, come ai Comuni e alla politica, non resta che prendere esempio da progetti come quello di “”comunità educante”” presentato a Terranova del Pollino e contribuire a definire linee guida comuni a proposito dei patti educativi di comunità per una sperimentazione di questo strumento specie nelle aree più interne”. A sostenerlo è l’assessore regionale alle Attività Produttive-Istruzione-Formazione Francesco Cupparo che ieri ha partecipato a Terranova d Pollino all’ incontro promosso dal Garante dell’infanzia e dell’adolescenza di Basilicata in collaborazione con l’Associazione Pollinolandia sul tema “Da piccoli Comuni a Comunità educante”.
“Non è casuale – aggiunge l’assessore – che il Pnrr usi in più “missioni” in cui è suddiviso il termine comunità e individui nella mancata acquisizione di competenze di base una delle principali cause dell’abbandono scolastico, puntando sul recupero di tali competenze come leva per ridurre i divari territoriali. Il Covid ha profondamente cambiato il volto delle nostre comunità, rimettendo in primo piano la necessità di restituire centralità alla persona nella sua complessità e, di conseguenza, ripensando i servizi territoriali nella chiave della prossimità e della multidisciplinarità. In questo quadro, la scuola è un elemento fondamentale di ri-costruzione e sviluppo di comunità perché la ripresa dalla pandemia – evidenzia Cupparo - si costruisce nelle e con le comunità.
Sul piano dell’educazione-formazione culturale e scolastico questa parola chiave del Pnrr da noi ha un significato ancora più importante perché per le aree più interne lo sforzo deve essere maggiore contro il fenomeno, che ci trasciniamo da anni, della chiusura di scuole dell’obbligo come di quelle superiori, conseguenza diretta dello spopolamento dei piccoli comuni. L’effetto più negativo, insieme alla dispersione scolastica, è rappresentato dai 36mila giovani lucani cosiddetti Neet, che non completano gli studi e che non cercano lavoro. Per questo, tra gli attori della comunità educante che si impegnano a garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi non può mancare la Regione che sarà impegnata a formalizzare la collaborazione attraverso la costituzione di patti educativi di comunità, basati sulla co-progettazione e corresponsabilità dell’azione realizzata su ogni specifico territorio. Ciò può avvenire attraverso l’organizzazione di apposite Conferenze dei servizi, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, per far emergere i bisogni espressi dalle scuole e valutare le proposte di cooperazione di istituzioni educative e culturali e le modalità di realizzazione di interventi e soluzioni. Sono certo che i “Patti educativi di comunità”, già sperimentati con successo in molte realtà territoriali – conclude Cupparo - , possono diventare uno degli strumenti chiave nella direzione indicata dal Piano Strategico Regionale per la rinascita delle piccole comunità locali”.
“Non è casuale – aggiunge l’assessore – che il Pnrr usi in più “missioni” in cui è suddiviso il termine comunità e individui nella mancata acquisizione di competenze di base una delle principali cause dell’abbandono scolastico, puntando sul recupero di tali competenze come leva per ridurre i divari territoriali. Il Covid ha profondamente cambiato il volto delle nostre comunità, rimettendo in primo piano la necessità di restituire centralità alla persona nella sua complessità e, di conseguenza, ripensando i servizi territoriali nella chiave della prossimità e della multidisciplinarità. In questo quadro, la scuola è un elemento fondamentale di ri-costruzione e sviluppo di comunità perché la ripresa dalla pandemia – evidenzia Cupparo - si costruisce nelle e con le comunità.
Sul piano dell’educazione-formazione culturale e scolastico questa parola chiave del Pnrr da noi ha un significato ancora più importante perché per le aree più interne lo sforzo deve essere maggiore contro il fenomeno, che ci trasciniamo da anni, della chiusura di scuole dell’obbligo come di quelle superiori, conseguenza diretta dello spopolamento dei piccoli comuni. L’effetto più negativo, insieme alla dispersione scolastica, è rappresentato dai 36mila giovani lucani cosiddetti Neet, che non completano gli studi e che non cercano lavoro. Per questo, tra gli attori della comunità educante che si impegnano a garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi non può mancare la Regione che sarà impegnata a formalizzare la collaborazione attraverso la costituzione di patti educativi di comunità, basati sulla co-progettazione e corresponsabilità dell’azione realizzata su ogni specifico territorio. Ciò può avvenire attraverso l’organizzazione di apposite Conferenze dei servizi, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, per far emergere i bisogni espressi dalle scuole e valutare le proposte di cooperazione di istituzioni educative e culturali e le modalità di realizzazione di interventi e soluzioni. Sono certo che i “Patti educativi di comunità”, già sperimentati con successo in molte realtà territoriali – conclude Cupparo - , possono diventare uno degli strumenti chiave nella direzione indicata dal Piano Strategico Regionale per la rinascita delle piccole comunità locali”.
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