AGRICOLTURA, MAZZOCCO, ASSENTE DA AGENDA DI GOVERNO



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“La decurtazione dei fondi Fas per il Piano attuativo nazionale denominato "competitività dei sistemi agricoli e rurali", l’assenza di misure anticrisi come hanno chiesto da tempo gli assessori regionali all’agricoltura per fronteggiare l’emergenza che riguarda numerosi comparti, la campagna pomodoro e quella bieticolo-saccarifera che attendono ancora soluzioni definitive sono solo alcuni degli esempi della scomparsa dell’agricoltura dall’agenda del Governo”. Lo ha sostenuto l’assessore regionale all’Agricoltura Vilma Mazzocco partecipando a Labro ad un convegno sul tema “Qualità dei territori e dell’agricoltura, crescita dell’Italia in Europa” con la partecipazione di Giancarlo Galan, Paolo Bruni, Paolo De Castro moderato dal direttore de Il Tempo Mario Sechi.
“Nell'analisi del comparto agricolo meridionale – ha detto Mazzocco - non si può non tenere conto del cambiamento in atto nella Politica Agricola Comunitaria, in quanto lo scenario della nuova Pac, da un lato, espone l'agricoltura alle forze di mercato e dall'altro configura un ruolo delle aziende in parte diverso dal passato e più attivo nei confronti di problematiche che non sono quelle tradizionali della produzione. Ci sono pertanto elementi sufficienti per rilanciare i programmi di cambiamento e ristrutturazione delle aziende agricole e quelli per favorire ed incrementare la multifunzionalità quale elemento per reggere meglio alla crisi dei mercati e alla riduzione della redditività. Bisogna continuare a puntare con determinazione sulle reti di integrazione tra aziende agricole e tra aziende agricole e imprese di trasformazione, sulla qualità e tracciabilità dei prodotti e sull’ innovazione e ricerca includente anche le nuove forme di green economy applicate al settore agricolo”.
Per Mazzocco “la definizione di una linea comune e condivisa tra le Regioni, gli organismi del Parlamento, le organizzazioni professionali del mondo agricolo da cui far scaturire proposte concrete, e per gli aspetti più urgenti, provvedimenti nazionali di vera e propria emergenza, a sostegno degli imprenditori agricoli in questo momento di grave crisi economica, riveste carattere prioritario. La crisi – ha sottolineato - ha gia' portato alla chiusura di circa il 28% delle aziende agricole negli ultimi due anni e ad una diminuzione del reddito del settore pari ad oltre il 20% a causa della lievitazione dei costi per gli agricoltori.
Gli assessori regionali all’agricoltura – ha aggiunto - stanno lavorando intorno ad una proposta che, attuando una specifica e più efficace procedura, ha lo scopo di utilizzare tutti i fondi comunitari del PSR prima della fine dell'anno, stoppando i tentativi di centralismo statale per effetto di una proposta che vorrebbe esautorare le Regioni”.
L’assessore ha quindi evidenziato l’esperienza per molti aspetti originale avviata dalla Regione Basilicata attraverso l’approvazione dei PIF – l’insieme coordinato ed organico di operazioni riferite a più Misure del Psr, attivabili attraverso procedura negoziale, alle quali i diversi operatori di una determinata filiera produttiva agroalimentare accedono con la presentazione di una domanda collettiva proposta da un Soggetto Proponente – che rappresentano un nuovo modo di progettare dal basso con metodo concertativo. Sei – ha evidenziato - le filiere produttive prescelte: ortofrutticola, cerealicoltura, zootecnia, da carne e da lette, vitivinicoltura e olivicoltura (la dotazione finanziaria complessiva ammonta a 90 milioni di euro). Tra gli obiettivi: rafforzare e ampliare le iniziative imprenditoriali che superano l’approccio individualistico; consolidare l’aggregazione, la condivisione e la cooperazione tra gli attori della filiera; razionalizzare le attività economiche; favorire la concentrazione dell’offerta e la competitività delle imprese; promuovere la tipicità e aumentare il potere contrattuale delle imprese.
Per Mazzocco “le manifestazioni degli ultimi giorni dei pastori sardi come dei produttori di pomodoro non sono certo la causa di un'emergenza improvvisa, ma di una problematica annunciata e sottovalutata dal Governo che non ha ancora piena consapevolezza della necessità di definire, con le Regioni e i soggetti sociali, un piano nazionale agricolo”.
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“Nell'analisi del comparto agricolo meridionale – ha detto Mazzocco - non si può non tenere conto del cambiamento in atto nella Politica Agricola Comunitaria, in quanto lo scenario della nuova Pac, da un lato, espone l'agricoltura alle forze di mercato e dall'altro configura un ruolo delle aziende in parte diverso dal passato e più attivo nei confronti di problematiche che non sono quelle tradizionali della produzione. Ci sono pertanto elementi sufficienti per rilanciare i programmi di cambiamento e ristrutturazione delle aziende agricole e quelli per favorire ed incrementare la multifunzionalità quale elemento per reggere meglio alla crisi dei mercati e alla riduzione della redditività. Bisogna continuare a puntare con determinazione sulle reti di integrazione tra aziende agricole e tra aziende agricole e imprese di trasformazione, sulla qualità e tracciabilità dei prodotti e sull’ innovazione e ricerca includente anche le nuove forme di green economy applicate al settore agricolo”.
Per Mazzocco “la definizione di una linea comune e condivisa tra le Regioni, gli organismi del Parlamento, le organizzazioni professionali del mondo agricolo da cui far scaturire proposte concrete, e per gli aspetti più urgenti, provvedimenti nazionali di vera e propria emergenza, a sostegno degli imprenditori agricoli in questo momento di grave crisi economica, riveste carattere prioritario. La crisi – ha sottolineato - ha gia' portato alla chiusura di circa il 28% delle aziende agricole negli ultimi due anni e ad una diminuzione del reddito del settore pari ad oltre il 20% a causa della lievitazione dei costi per gli agricoltori.
Gli assessori regionali all’agricoltura – ha aggiunto - stanno lavorando intorno ad una proposta che, attuando una specifica e più efficace procedura, ha lo scopo di utilizzare tutti i fondi comunitari del PSR prima della fine dell'anno, stoppando i tentativi di centralismo statale per effetto di una proposta che vorrebbe esautorare le Regioni”.
L’assessore ha quindi evidenziato l’esperienza per molti aspetti originale avviata dalla Regione Basilicata attraverso l’approvazione dei PIF – l’insieme coordinato ed organico di operazioni riferite a più Misure del Psr, attivabili attraverso procedura negoziale, alle quali i diversi operatori di una determinata filiera produttiva agroalimentare accedono con la presentazione di una domanda collettiva proposta da un Soggetto Proponente – che rappresentano un nuovo modo di progettare dal basso con metodo concertativo. Sei – ha evidenziato - le filiere produttive prescelte: ortofrutticola, cerealicoltura, zootecnia, da carne e da lette, vitivinicoltura e olivicoltura (la dotazione finanziaria complessiva ammonta a 90 milioni di euro). Tra gli obiettivi: rafforzare e ampliare le iniziative imprenditoriali che superano l’approccio individualistico; consolidare l’aggregazione, la condivisione e la cooperazione tra gli attori della filiera; razionalizzare le attività economiche; favorire la concentrazione dell’offerta e la competitività delle imprese; promuovere la tipicità e aumentare il potere contrattuale delle imprese.
Per Mazzocco “le manifestazioni degli ultimi giorni dei pastori sardi come dei produttori di pomodoro non sono certo la causa di un'emergenza improvvisa, ma di una problematica annunciata e sottovalutata dal Governo che non ha ancora piena consapevolezza della necessità di definire, con le Regioni e i soggetti sociali, un piano nazionale agricolo”.
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