Papaleo (Ucid) su “Obiettivo 2012”

“Obiettivo 2012, un Patto che nelle intenzioni dei sottoscrittori (Governo Regionale – Sindacati CGIL, CISL, UIL – Confindustria) possa porre un argine al sottosviluppo della Basilicata e ridare fiducia al mondo del lavoro, rilanciando imprese ed occupazione. Una buona ripartenza (anche se di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno) che, però, sconta il limite di averlo circoscritto solo ad alcuni Segmenti Organizzati della Società Lucana, quant’anche ci si incarica di renderlo aperto a successive adesioni e ad ulteriori adeguamenti; ma si sa che, in una società piccola come quella di Basilicata, è facile cadere nel “provincialismo” sempre in agguato e, comunque, prevale la logica della considerazione di trovarsi nella prima fila delle attenzioni , ma nelle file successive che in genere sono meno attenzionate”.
Ad affermarlo è il presidente della sezione Ucid di Potenza, Antonio Papaleo.
“Ciò nondimeno, il Patto o Intesa, che dir si voglia, va salutato – prosegue – con estremo interesse, particolarmente in questa delicata fase delle Manovre e Manovrine Economiche,che ci trovano buon ultimi nella graduatoria ISTAT circa la povertà media delle famiglie, sebbene detentori di cospicue risorse naturali (acqua, gas, petrolio, ambiente e territorio), con le quali potrebbe essere riempito di contenuti il Memorandum tra Governo Regionale e Governo Nazionale, semmai intervenendo con maggiore e migliore determinazione in ragione dell’uso e della coltivazione di alcune di queste risorse, facendo leva sulle politiche federalistiche tanto care al cosiddetto Partito del Nord.
Ovviamente, bisognerà passare, e con urgenza, dalla fase della comunicazione e dei buoni proponimenti, quant’anche arricchiti da discrete risorse economiche, alla fase delle concretizzazioni, semmai allertando vere e proprie “task force” (anche se nel passato sono state fatte abortire) per una costante verifica in itinere, oltre che per far perno su quelle pratiche che meglio colgono le aspettative e meglio vengono recepite dal contesto cui si rivolgono.
In particolare, bisognerebbe porre attenzione verso la cultura del fare impresa, per superare la logica obsoleta e poco premiante del posto fisso, spesso frutto delle clientele e del nepotismo, grazie alla pratica della “mano tesa” cui la politica ci ha abituati; diversamente, è tempo di “mettersi in gioco”, di “inventarsi il lavoro”, di fare “impresa” anche se più faticoso, ma di contro più soddisfacente ed appagante.
Ecco, allora, che molto può fare il supporto, ma non di tipo assistenziale, bensì del tipo “micro-credito”, già sperimentato dall’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), per la verità con non molto successo, proprio per la cultura che tuttora impera in questo nostro territorio e più in generale al Sud.
Analogamente – aggiunge Papaleo – bisognerebbe procedere con le altre misure individuate dal Patto, con particolare attenzione a momenti occupazionale veri e non fittizi, rifuggendo dai cosiddetti “imprenditori d’assalto”, favorendo semmai quella classe imprenditoriale endogena, meglio controllabile, stante le dimensioni demografiche del territorio, coinvolgendo adeguatamente l’articolato (forse troppo) reticolo di Strutture ed Enti di Formazione e Ricerca, a partire dalla Università di Basilicata che, nonostante l’esiguo numero di Facoltà e la modestia dei suoi laboratori, oltre che per la sua giovane età, può diventare un notevole “volano” per le intelligenze che mette sul campo, specie se si riuscisse a realizzare più masters, più links, più progetti internazionali del tipo Erasmus.
Una interessante proposta-provocazione è venuta in occasione del Premio Mediterraneo di Lauria perché si avvii un proficuo e costante confronto con tutti quei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, cogliendo il vento sollevato da questa “Primavera Araba” che avanza, perché la Basilicata si ponga quale interlocutore privilegiato, proprio in ragione di questa sua caratteristica di essere regione “positivamente anomala”, oltre che “cerniera” del Mezzogiorno Continentale d’Italia. Potrebbe essere questo un altro importante tassello per pensare in modo positivo e lungimirante per questa regione, avendo certamente un occhio attento all’interno della sua realtà, ma altrettanto essere capace e accorta a sfruttare quegli sbocchi di mercato esterni ed a ridosso, con cui impegnarsi e lavorare nella prospettiva di crescita e di futuro”.

Bas-05

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