(Artè) Vaglio di Basilicata (Pz) – Al Museo delle Antiche Genti di Lucania che oggi è sede delle riproduzioni delle macchine di Leonardo, è in esposizione l’opera di Antonio Zanchi: Le meraviglie di S. Gerolamo penitente. Questa prestigiosa tela arricchirà il percorso espositivo del museo ed è posta di fianco alla tavola raffigurante una Sacra Famiglia attribuita a Giovanbattista del Verrocchio. La tela proviene dalla Gran Bretagna e il Museo si propone di offrirla in anteprima mondiale sino all’autunno prossimo.
Si tratta di una tela inedita attribuita dal famosissimo critico internazionale Didier Bodart, al pittore italiano Antonio Zanchi (Este 1631 – Venezia 1722). L’opera di proprietà privata, gratuitamente offerta al Museo di Vaglio, si propone quale cursore di un’attività culturale promossa nell’ambito delle iniziative legate al tema di Leonardo da Vinci. Il dipinto raffigurante S.Gerolamo penitente, considerato dal critico francese Didier Bodart, vero e proprio capolavoro del pittore barocco Zanchi, si riconosce per la sua eccellente attività “tenebrosa”che lo ha reso il più illustre dei pittori a cui Este ha dato i natali. La critica storico-artistica considera Zanchi il massimo esponente della pittura Veneta, nel cui capoluogo lagunare si ammirano oggi i suoi inestimabili capolavori. La sua capacità di lavorare su grandi estensioni lo resero il più grande esponente della scuola manieristica seicentesca, influenzata e anticipata da quel grande napoletano Giordano di nome Luca.
Biografia – Antonio Zanchi come documentato da Riccoboni (1966), Zanchi nasce ad Este, in provincia di Padova, il 6 dicembre 1631.
Trasferitosi a Venezia, entra nella bottega di Matteo Ponzone e forse in quella di Francesco Ruschi (Pallucchini 1981). Già “celeberrimo” nel 1661, come testimonia un sonetto di Mazzoni, realizza nel 1666 l’importante Peste a Venezia, commissionata dal Guardian Grande Bernardo Broli per la Scuola Grande di San Rocco. Il successo di quest’opera gli garantisce numerose commesse e la sua attività si moltiplica. Iscritto nel libro della Fraglia dei pittori veneziani dal 1687 al 1720, agli inizi del Settecento l’attività dell’artista si sposta ad Este e nel suo territorio.
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