FIOM CGIL BASILICATA: GAETANO RICOTTA NUOVO SEGRETARIO GENERALE

punti apici 13.10.2018 ore 11:36
AGR
AGR Si è svolto a Matera, alla presenza del segretario provinciale Matera Eustachio Nicoletti, del segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa e del segretario nazionale Fiom Cgil Gianni Venturi, l’ottavo congresso della Fiom Cgil Basilicata che ha eletto nuovo segretario generale Gaetano Ricotta, delegato Fiom all’Italtractor di Potenza. Ricotta subentra al segretario uscente Roberto D’Andrea.

“Nel nostro territorio sono presenti importanti multinazionali ma anche molte piccole e medie imprese a cui bisogna dare la massima attenzione - afferma Ricotta – a partire dalla FCA di Melfi, da sempre luogo in cui si manifestano le strategie industriali italiane e dove dobbiamo rafforzare l’importante risultato conseguito alle elezioni delle RLS lo scorso aprile.

La discussione sul rinnovo del CCSL (Contratto collettivo specifico) che ha fatto arretrare i lavoratori FCA rispetto agli altri metalmeccanici, nasce già condizionata dalla richiesta da parte dei firmatari di tavoli per la discussione del futuro industriale del gruppo che continuano a tenere fuori la Fiom. Se a ciò si aggiungono le dichiarazioni che si succedono sul futuro di Magneti Marelli e il vicino appuntamento per il rinnovo dell’accordo ACM che investe i lavoratori dell’indotto, si comprende la necessità di continuare ad avere una chiara rappresentanza negli organismi Fiom.

La Basilicata – continua - non è solo FCA. Sono presenti sul territorio aziende storiche della filiera del ferroviario che nel caso di Ferrosud e di Firema sono messe in discussione per l’assenza di un piano industriale nazionale che valorizzi le eccellenze che rappresentano. Bisogna provare a metterle in rete, trovare i punti di contatto delle vertenze e porle ad una discussione complessiva di settore.

La presenza di due colossi dell’estrazioni come Eni e Total sul territorio, infine, impongono la continua attenzione nello stimolare le condizioni per preparare la Basilicata al dopo petrolio, proponendo iniziative pubbliche che trattino il tema dello sviluppo sostenibile, della riconversione green, continuando a porre la necessità di coniugare l’estrazione e il lavoro con i bisogni delle popolazioni di quelle aree, potenziando la nostra azione sul territorio con la presenza nelle camere del lavoro e sfruttando al meglio le sinergie tra la Fiom e la confederazione tramite il nuovo dipartimento industrie e appalti.

Il tessuto industriale lucano comprende, inoltre, anche aziende che hanno attività distanti da quelle che siamo abituati a considerare metalmeccaniche ma che ricadono nello stesso contratto: dalla processione dati all’elettronica alla gestione di attività terziarizzate dal pubblico, che devono continuare a essere rappresentate adeguatamente. Al centro dell’azione sindacale – conclude - la sicurezza sui luoghi di lavoro e lo sforzo contrattuale sulle piattaforme di secondo livello, estendendole dove non sono presenti”.

Dichiara il segretario uscente Roberto D’Andrea nella sua relazione: “Il territorio lucano è stato colpito duramente dalla crisi e dagli effetti della legislazione oggi esistente, oltre che dalla mancanza di programmazione degli interventi da parte delle istituzioni. Le vertenze e le situazioni critiche che come metalmeccanici ci troviamo ad affrontare quotidianamente lo dimostrano. In Basilicata la presenza di FCA e di numerose aziende dell'indotto della logistica e della componentistica occupa decine di migliaia di lavoratori. L’assenza di una strategia industriale aziendale in grado di diversificare le produzioni e di contribuire alla difesa dell'ambiente, accanto alla perdita di mercato per i modelli prodotti, sta determinando rischi di tenuta occupazionale. Gli annunci di questi giorni sull’ibrido a Melfi non bastano. Il problema era e resta strutturale: occorre un nuovo modello insieme a un piano industriale degno di questo nome, che porti in Italia anche auto di segmento inferiore che rispondono al mercato interno del nostro Paese. Occorre che la politica faccia la propria parte convocando un tavolo al Ministero dello Sviluppo.

Centinaia – riprende D’Andrea – sono anche i lavoratori che operano negli ospedali, nelle scuole, nelle università, nei tribunali, in tutti gli enti locali dove assicurano il buon funzionamento degli impianti elettrici, termici e idraulici. Sono metalmeccanici che svolgono un compito fondamentale ma sono sottoposti a continui dumping contrattuali e incertezze. Occorre prevedere l'internalizzazione dei servizi energetici e di conduzione degli impianti e nel frattempo rivedere il sistema degli appalti del pubblico attraverso l'introduzione di clausole sociali più stringenti rispetto al contratto collettivo nazionale del lavoro di settore, per assicurare certezza a questi lavoratori. Infine un riferimento a Matera 2019, opportunità di sviluppo non solo turistico e che rischia invece di favorire esclusivamente l'aeroporto di Bari o il trasporto privato di auto. Occorre investire nelle infrastrutture sia per le persone sia per le merci”.

Conclude il segretario generale Angelo Summa: “Due sono le tematiche forti che si incrociano: petrolio in Val d’Agri ed FCA. Bisogna assegnare centralità di sistema al grande capitolo dell’energia, dello sviluppo nella sostenibilità, e per questo occorre che tutti, sindaci, forze politiche, cittadini, si sentano coinvolti e solidali per superare piccole convenienze territoriali. Questa è, secondo noi, la sfida della Basilicata del futuro e su questo apriremo una diffusa vertenza in tutta l’area della Val d’Agri, chiedendo la riattivazione di un tavolo con il governo nazionale e con le multinazionali del petrolio presenti in Basilicata, in modo da ridefinire anche il capitolo degli investimenti sullo sfruttamento del gas naturale. Proprio in queste settimane Snam ha firmato, insieme ad altre aziende europee del settore energetico, una dichiarazione volta a sostenere l’idrogeno e il suo ampio potenziale come tecnologia sostenibile per la decarbonizzazione e per la sicurezza energetica di lungo termine dell’Unione Europea. Questa è la soluzione tecnologica in grado di creare sinergie tra i settori dell’elettricità, del riscaldamento e della mobilità”.

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