25 APRILE, LIBONATI (DEC): RIPENSARE IL FUTURO

“Ripartire dal passato per ripensare il futuro, per ricordare e tenere sempre viva la memoria di uomini, donne, ragazzi che hanno sacrificato la loro vita per far sì che il 25 aprile l’Italia diventasse finalmente libera dalle oppressioni e unita nella democrazia”. Lo afferma il capogruppo dei Dec alla Provincia di Potenza, Vincenzo Libonati.
“Oggi, più di ieri – continua Libonati – si avverte il bisogno di ricordare il passato per ridare senso alle tante divergenze ed alle tante sconfitte, anche morali che l’Italia, è stata costretta a subire col passar degli anni. La nazione, tanto bramosa di unità e di cercare la sua libertà, oggi si ritrova divisa concettualmente, oppressa da forme di violenza che si manifestano sotto ogni aspetto. Siamo in un momento particolare in cui è necessario che le istituzioni facciano sentire la propria voce e non disperdano quei valori di moralità e di dignità che le caratterizza. Le lotte che hanno portato alla liberazione dell’Italia dalle truppe occupanti, hanno rappresentato lo svilupparsi di un percorso che non si è interrotto con la data storica che oggi si celebra, ma hanno visto susseguirsi ed accavallarsi nuovi fenomeni di violenza estrema di cui si è ricordato di recente il genocidio ad opera delle truppe del Generale Tito. Sinonimo, ieri come oggi, che l’impegno per la libertà non si esaurisce solo in una parte di territorio, ma va attuato ovunque sia possibile ridare dignità e aiuto concreto alle genti. L’Italia, pur maltrattata da molti e umiliata da tanti, è chiamata ad un ruolo fondamentale sullo scenario della vita quotidiana dentro e fuori dai confini nazionali. E non può esserci alcuno a tirarsi indietro, per non offendere e non far cadere nel dimenticatoio le tante menti del passato che hanno lavorato alacremente per addivenire ad un ruolo principe che coinvolge un’intera nazione. Dobbiamo essere consapevoli che sessantacinque anni fa è iniziata quella crescita storico-politica che non deve mai perdere di vista il dialogo, la convivenza e il rispetto dei diritti civili. Oggi, più di ieri, non va spostata l’attenzione dal significato di ‘unità’ che deve rappresentare l’anello di congiunzione tra generazioni differenti, uomini e donne col colore della pelle differente, uomini e donne che credono in un altro Dio diverso dal nostro. Il materiale deve congiungersi all’immaginario e, attraverso la ferma volontà di istituzioni, scuole, famiglie e giovani generazioni, vanno rafforzati ulteriormente quei punti di forza che, messi assieme, possono davvero fare in modo che l’Italia sia davvero unica e unita sotto quel tricolore per cui hanno dato la vita i nostri avi”.
(bas – 04)

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