Napoli: fase congressuale momento di confronto e di sintesi

Per il consigliere del Pdl “la stagione congressuale pidiellina corre il rischio di trasformarsi in un campo di battaglia dal quale si potrebbe uscire tutti sconfitti”

“La fase congressuale verso la quale si sta incamminando il Pdl lucano è destinata a restare negli annali della storia politica nostrana”. E’ quanto affermato dal consigliere regionale del Pdl, Michele Napoli.

“L'impressione che si ha – a parere del consigliere – è che tutti si stiano organizzando. E' inutile negarlo. Molto dipende anche dall'approssimarsi delle elezioni politiche, con gli scenari che potrebbero cambiare radicalmente. E però la stagione congressuale pidiellina corre il rischio di trasformarsi in un campo di battaglia, dal quale si potrebbe uscire tutti sconfitti. Pensare di dividersi per dare origini a correnti di pensiero diverse, legate ognuna a primi attori diversi, è quanto di più sbagliato si possa fare in questo momento. Una certa maturità politica dovrebbe invece indurre a celebrare l'imminente fase congressuale come un momento di confronto e di sintesi tra sensibilità diverse per portare all’interno di un unico grande contenitore proposte e idee sulle quali realizzare un modello di Basilicata assai diverso da quello propinatoci dal centrosinistra. Di qui a poco sapremo. Certo quello a cui stiamo assistendo è una sorta di teatrino nel quale qualcuno cerca di mostrare i muscoli prima di spiegare il perché delle sue scelte, la bontà dei suoi programmi”.

“Proporsi autocelebrandosi, in politica non serve. Al contrario – dice Napoli – è segnale di debolezza. E chi ritiene di riprendersi oggi, nel tempo del cilicio culturale e mediatico, un qualche moto di spontaneismo per rilanciarlo come sostituto di un progetto, si sbaglia di grosso. In questo particolare momento della vita politica regionale dove la maggioranza vive un forte momento di crisi, bisognerebbe marcare una differenza tra sé e gli altri per guadagnare in termini di credibilità al cospetto dell’opinione pubblica lucana che ha diritto ad una seria quanto mai opportuna alternanza politica. Del resto ciò che alla Basilicata manca è una politica dello sviluppo che sappia coniugare nelle riforme, radicali in quanto necessarie, meriti e bisogni, offrendo alla comunità lucana la consapevolezza di un progetto e di un destino comune. La situazione di impasse che si è venuta a creare rischia infatti di pregiudicare gli interessi della Basilicata che ha strenuo bisogno di riforme strutturali e di una politica dello sviluppo che acceleri la crescita, premi il merito e garantisca la coesione sociale. Ha bisogno di farlo oggi e non domani. Con un Pdl forte, coeso, lungimirante, davvero in grado di rappresentare una platea molto più vasta di quella che si rappresenta nelle sedi istituzionali. Perché ciò si registri occorre uno sforzo che accomuni tutti, con l'ambizione di aggregare ed includere quanti, anche solo culturalmente, sono alternativi alla sinistra. Insomma, una sorta di Costituente popolare, anche in Basilicata, che consenta di realizzare sulla falsariga della felice intuizione di Angelino Alfano quel grande partito che si richiama al popolarismo europeo, moderato, riformista intorno ad un progetto condiviso e pensato al servizio del Bene Comune. Lo sforzo a livello nazionale del resto non lascia margini a dubbi di sorta. E' il momento non di dividere ma di riunire, di pacificare e di costruire e, quindi, di aprire un grande dibattito, senza preclusioni, su come rinnovare e ricomporre il centrodestra lucano per dare forza a quel processo di riforme di cui la Basilicata ha assoluto bisogno col massimo del sostegno. Solo con un partito aperto, plurale, partecipato, si può rispondere al bisogno di cambiamento e dare voce ai corpi sociali e alla straordinaria società civile e produttiva che oggi appare sgomenta di fronte all'afonia politica e alla paralisi istituzionale regionale. E solo le riforme possono fermare l'ondata populista che alimenta paure ma non fornisce soluzioni. E' questa la vera sfida per il Pdl lucano. Con l'obiettivo di costruire una nuova e diversa agenda politica dai pochi ma chiari tratti salienti. Come il favorire lo sviluppo economico e la coesione sociale, i giovani e la famiglia ed ogni processo di liberalizzazioni per rendere più efficiente ed efficace l'azione delle Istituzioni pubbliche, la concentrazione delle risorse e degli investimenti su di un nuovo e diverso modello di formazione, innovazione e infrastrutture. Così come è necessario riattivare un confronto sereno e costruttivo con tutte le forze politiche per realizzare le riforme istituzionali quali ad esempio la riforma dello Statuto regionale. Per questo si è lavorato e si lavorerà sulle basi di un documento che ha quattro coordinate ben precise: rinnovare il centrodestra e quindi il bipolarismo; ricomporre il centrodestra nel partito popolare europeo, moderato e riformista; forgiare una nuova classe dirigente che sappia rispondere alle sfide della modernità ma, soprattutto, affrontare le riforme per governare ed imprimere lo sviluppo. A nulla servirebbe una proposta politica priva di quelle idee che mirino a realizzare le riforme di cui necessita la Basilicata”.

“Sia allora – sottolinea Napoli – la stagione dei congressi una occasione da cogliere per consegnare alla Basilicata un vero partito dei moderati e dei riformisti, aperto e plurale, tollerante ed inclusivo, espressione del grande civismo lucano, fatto di società civile e produttiva e dei suoi corpi intermedi, in cui i giovani possano credere e soprattutto costruire. Si trasformi insomma in un appuntamento importante, nel quale con uno spirito di autentica autocritica si faccia menzione di ciò che non si è stati in grado di rappresentare, ma nel quale si abbia il coraggio di guardare avanti con entusiasmo rinnovato. Da partito vero. Con strutture funzionanti e con le idee a posto, nella consapevolezza che senza l'elaborazione di un progetto organico e globale si è destinati a vita effimera e sostanzialmente inutile. L'accidiosa rivendicazione da parte di alcuni dimostra semplicemente che non si vuol prendere atto che occorre immaginare e lavorare per uno schieramento nuovo, allargato, inclusivo. E' quello che ci chiede la Basilicata, assetata come è di una alternanza politica che non può che fare bene all'intera comunità. Il ‘redde rationem’ immaginato da qualcuno o meglio lo show politico è solo un espediente che copre il vuoto. In qualche momento potrebbe essere utile. Non in questo. Oggi sarebbe grottesco e drammatico per chi ambisce al governo della cosa pubblica. Si ha bisogno di idee senza parole, più che di parole senza idee. La comunicazione – conclude Napoli – è importantissima soltanto quando si ha qualcosa da dire”.

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