Dice il consigliere regionale del Pdl su inquinamento e malattie ambientali: “tutto conferma le nostre preoccupazioni che non rappresentano certo una novità”
“Un dato è sempre più' allarmante: lo stato di salute in cui versano i cittadini lucani”. A sottolinearlo il consigliere regionale del Pdl, Michele Napoli.
“I risultati statistici degli istituti di ricerca – continua il consigliere – ci pongono dinnanzi a dati sconcertanti. Occorre interrogarsi e correre ai ripari. Il monitoraggio ambientale, mai fatto seriamente, dimostra che le politiche di tutela al territorio non sono mai state prese in seria considerazione dal Governo regionale e oggi le ricadute sono tangibili attraverso la lettura dei dati. Tutto conferma le nostre preoccupazioni che non rappresentano certo una novità. Avevamo sollecitato interventi urgenti per la predisposizione di misure idonee a controllare le attività estrattive e industriali della nostra regione senza che il richiamo alla responsabilità sia stato raccolto. Ora i dati forniti dall’Istat sono inconfutabili. Quelli dei due capoluoghi lucani sono stati raffrontati con la provincia di Taranto che, purtroppo, viene indicata come quella più a rischio rispetto a certe patologie. Bene, il tasso di mortalità per ogni forma di cancro presa in considerazione è nettamente più alto in Lucania che nel capoluogo jonico. Tumori all’apparato digerente, allo stomaco, quelli epatici, dei tessuti linfatici, del sangue raggiungono percentuali altissime. Ma anche le malattie dell’apparato respiratorio non lasciano vivere tranquilli. Il resoconto finale dice che i dati, e le percentuali nazionali, sono nettamente al di sotto di quelli registrati in Basilicata”.
“Ma le cattive notizie – riferisce Napoli – non si fermano qui. In ultimo le malattie del sistema cardiocircolatorio, con un tasso di mortalità nettamente superiore a quello del livello nazionale. Più del 51 per cento in Basilicata rispetto alla media generale che in Italia supera di poco il 37 per cento. Tutto questo lascia pensare che nella concretezza c’è sicuramente qualcosa di particolare rispetto al contesto generale che concorre a minare la salute dei lucani. Il processo estrattivo del petrolio non è mai stato sottoposto ad attenti controlli, quelli dovuti vorremmo dire, mentre nella zona del basso materano a rischio radioattività mai si è potuto seriamente stabilire quanto di nocivo venisse immesso nell’ambiente. Stesso discorso per i piccoli nuclei industriali disseminati a macchia di leopardo sul territorio lucano. Tutti interrogativi che l’Esecutivo regionale non si è mai posto, fingendo e facendo credere ai lucani di vivere in un’isola incontaminata”.
“I riscontri – rileva Napoli – dicono il contrario e, a posteriori, forse riusciamo a spiegarci il perché mai si è voluto far funzionare seriamente il registro dei tumori. E’ quella la cartina di tornasole alla quale mai si è voluto far ricorso forse perché coscienti degli effetti e dei risultati che avrebbe prodotto”.