I consiglieri regionali Santochirico (Pd), Romaniello (Sel), Vita (Psi), Mazzeo (Idv) e Navazio (Ial) chiedono al governo regionale di “compiere un passo formale nei confronti dell’impresa per il ripristino di corrette relazioni”
Dalle cronache di questi giorni “emerge in maniera abbastanza netta il problema dell’affermazione dei diritti all’interno dello stabilimento Sata di Melfi. Le inchieste giornalistiche riportano forme di mobbing e ritorsioni – comprovate anche dalle registrazioni – che collocherebbero l’atteggiamento di alcuni referenti aziendali più ad un ottocentesco padrone delle ferriere che al moderno sistema di gestione aziendale evocato – formalmente – dall’amministratore di quella stessa impresa. Modi autoritari, minacce e violenza verbale non sono tollerabili nel terzo millennio”.
E’ quanto affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali Vincenzo Santochirico (Pd), Giannino Romaniello (Sel), Rocco Vita (Psi), Enrico Mazzeo Cicchetti (Idv) ed Alfonso Ernesto Navazio (Ial), che chiedono al governo regionale di “compiere un passo formale nei confronti dell’impresa per il ripristino di corrette relazioni”.
I consiglieri ritengono inoltre utile “il coinvolgimento della quarta Commissione consiliare (Lavoro e Salute), anche al fine di avere un quadro chiaro ed esauriente sulla consistenza dei fenomeni denunciati riguardanti malattie, infortuni ed invalidità, attraverso l’audizione dei responsabili di tutti gli enti preposti a partire dall’Inail, Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera e le stesse organizzazioni sindacali”.