Il consigliere regionale di Forza Italia sottolinea:“Proposta nuovi corsi in sintonia con nostra strategia”
“L'iniziativa annunciata dal rettore dell’Unibas, Aurelia Sole, di avviare quanto prima un corso di laurea magistrale in ‘Economia’ a Potenza e un corso triennale in ‘Paesaggio’ a Matera, va nella direzione da noi indicata da tempo per rafforzare l'offerta formativa e l'attività didattica e di ricerca della nostra Università”. E' il commento del capogruppo di Forza Italia, in Consiglio regionale, Michele Napoli, per il quale “è innegabile che il motivo principale del calo progressivo delle immatricolazioni presso l'Ateneo lucano sia rappresentato dai corsi di laurea attivati e dalle profonde modificazioni avvenute negli ultimi anni nel mercato del lavoro che privilegia specifiche figure professionali e quindi specifici indirizzi di laurea”.<br /><br />“I recentissimi dati del Miur – continua Napoli – riferiscono, infatti, che presso l’Ateneo lucano, nell’anno accademico 2012-2013 gli iscritti sono stati 3278, con un calo di iscrizioni rispetto all’anno accademico 2007-2008 di ben 753 unità e con una diminuzione percentuale di iscritti tra i due anni accademici del 18,7 per cento (contro un dato medio nazionale di -12,5 per cento). Ma – aggiunge il consigliere – il dato di gran lunga più preoccupante è quello relativo alla percentuale di studenti che si iscrivono in atenei della propria regione: il dato medio nazionale è del 78,5per cento, quello della Basilicata è del 24,3. Ancora, in Basilicata la quota dei laureati in discipline scientifiche e tecnologiche, nella fascia di popolazione compresa tra 30 e 34 anni, è del 5,4 per cento, mentre la media nazionale è del 13,3, quella del Sud al 9 per cento e quella del Centro-Nord al 16,2”.<br /><br />Per Napoli, dunque “va sostenuta l'idea progettuale del Rettore di integrare i nuovi corsi di dottorato di ricerca per legarli alle aziende presenti sul territorio. Credo in proposito sia doveroso un contributo politico ed istituzionale valido che possa aiutare la crescita dell'Università che deve essere un perno centrale intorno al quale far crescere il nostro territorio perché la realizzazione di un processo di valorizzazione dei saperi e della cultura è un fattore fondamentale per programmare un modello di sviluppo al passo con l’innovazione. Su questo aspetto – dice Napoli – punterei l'attenzione anche sulla necessità di una più corretta analisi dei meccanismi di valutazione anche in capo alla Regione che, spesso, si limita a ratificare quello che ci viene in qualche maniera indicato da organismi terzi. Per questo il centro di ricerca di cui parla il Rettore, in riferimento al progetto europeo ‘Horizon 202’, è in sintonia con le nostre proposte in quanto una valutazione che non può essere circoscritta alla sola qualità della ricerca e dalla didattica, ma deve riguardare anche e soprattutto la capacità di un Ateneo, di promuovere idee nuove che abbiano contenuti applicativi, capaci di promuovere l'innovazione e lo sviluppo dell'intero sistema socio-economico di riferimento”.<br /><br />“Le commesse – afferma il capogruppo di Forza Italia – diventano la cartina di tornasole di quanta ricerca prodotta all'interno delle mura accademiche possa, poi, tramutarsi in impulso per l'innovazione tanto dei soggetti pubblici, quanto dei soggetti privati del territorio di riferimento e magari anche di altri territori. E’ il caso di citare un esempio che dovrebbe indirizzare la nostra attenzione ed il nostro impegno: quello della piccola Università del Salento che tra il 2008 ed il 2012 ha stipulato ben 1591 contratti di ricerca o di consulenza con soggetti pubblici o privati, per un valore complessivo superiore ai 10 milioni di euro. Ecco la capacità dell'Università di promuovere la propria autonomia, ma anche di promuoversi sul panorama economico e sociale dell'intero paese e dell'Europa come centro nevralgico per lo sviluppo di un territorio e di una propria comunità”.<br /><br />“Bisogna richiamare il Governo – conclude Napoli – alle proprie responsabilità e, principalmente, a mettere fine ai tagli che hanno colpito, soprattutto, i piccoli atenei come il nostro, penalizzando prima di tutto la ricerca”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />