Il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro (virtuale) tra i ragazzi che frequentano il triennio conclusivo di un istituto tecnico e di un liceo e le imprese italiane disponibili ad offrire loro un periodo di apprendimento on the job, attivato con il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it – la cui realizzazione è stata affidata al sistema delle Camere di commercio – va al più presto utilizzato dalle pmi specie del Sud. Lo afferma Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, riferendo che ad oggi da un monitoraggio effettuato il numero di imprese presenti nel Registro è ancora troppo basso: dalle 13 pmi di Napoli e Provincia, alle 3 della Basilicata (1 a Pz e 3 a Mt), 1 a Bari, 1 a Catania, 3 a Taranto, 1 a Chieti.
Nel sottolineare che uno degli aspetti innovativi della riforma introdotta con “La buona scuola” è l’inserimento organico di percorsi obbligatori di alternanza nelle scuole superiori ed il riconoscimento del valore dell’imparare lavorando (ogni anno almeno 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici devono essere svolte in un contesto lavorativo) Gentile riferisce che secondo un rapporto del Centro Studi Confartigianato lo scorso anno scolastico si è registrato un gap di domanda insoddisfatta di alternanza scuola-lavoro del 44,0% degli studenti interessati; tale divario si distribuisce in modo differente sul territorio e oscilla tra il 10 e il 22% del Nord Ovest al 50-72% del Mezzogiorno. Tradotto in numeri: l’alternanza scuola-lavoro al Sud dovrebbe interessare da un minimo di 70mila studenti sino ad un massimo di “pieno assorbimento” di 250mila studenti.
“Sono numeri – commenta Gentile – che confermano la necessità di voltare pagina definitivamente rispetto alle esperienze del passato, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, importare in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione ‘duale’, efficace collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo delle imprese che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere. E’ questa la strada per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile e potenziare la qualità manifatturiera made in Italy”.
Altri dati significativi forniti dal Centro Studi Confartigianato: nelle regioni del Sud gli iscritti ad istituti tecnici e professionali (anno scolastico 2015-2016) sono 110.880 che corrisponde a circa il 50% del totale nazionale (quelli dei licei sono103.130) ; le imprese potenzialmente interessate all’alternanza scuola-lavoro sono 481.434 (di cui ben 477.458 sono piccole imprese con meno di 50 addetti e 126.928 sono imprese artigiane) e quelle che hanno ospitato stage/tirocini nel 2014 sono 46.700 per un totale di 60.370 stagisti-tirocinanti (di cui 22.220 laureati).
Per la vice presidente di Confartigianato, inoltre, “c’è l’opportunità di avere importanti risorse nella nuova programmazione Por/Fse 2014-2020 che vanno indirizzate in questa direzione. In sintesi- sottolinea ancora la vice presidente nazionale di Confartigianato -l’apprendistato è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
bas04