Nuova Italia-Basilicata: istituire “reddito di residenza attiva”

“Seguire l’esempio della Regione Molise che per contrastare lo spopolamento dei piccoli paesi non più a parole, come accade da tempo in Basilicata, ma nei fatti, ha istituito il 'Reddito di residenza attiva' “. E’ la proposta di Nuova Italia-Basilicata che – ricorda il presidente Aldo Di Giacomo – abbiamo sostenuto direttamente in Consiglio Regionale attraverso il nostro consigliere di centro-destra di riferimento che abbiamo contribuito ad eleggere. Il provvedimento – spiega la nota – per rivitalizzare l’economia dei territori e creare occupazione prevede un finanziamento da parte del Mef e Mise di circa 977 mila euro a favore di 40 soggetti che decideranno di prendere la residenza nei Comuni con popolazione fino a 2 mila abitanti e che contemporaneamente avvieranno un'attività per almeno tre anni. Percepiranno 700 euro al mese per l'intero periodo.  Un'altra misura 'Mantenimento e miglioramento dei servizi essenziali nei piccoli Comuni', a favore dei 69 Comuni al di sotto dei mille abitanti, è finanziata con 700 mila euro con un massimo di 15 mila per ogni amministrazione. L'obiettivo – come evidenzia il Presidente Molisano Toma – è quello di favorire interventi a sostegno delle piccole comunità per far fronte alle loro necessità e offrire servizi alla popolazione. Si tratta di provvedimenti che sono ovviamente sperimentali e parziali ma – evidenzia Di Giacomo – hanno l’indubbio merito di contribuire a dare una soluzione a quella che è una emergenza sociale fortemente avvertita nei nostri centri più interni. Il bando che sarà pubblicato infatti vincola il trasferimento di residenza all’apertura di un’attività produttiva. Si pensi solo alla continua scomparsa persino di piccoli negozi alimentari che costringono la popolazione più anziana a rivolgersi ai centri commerciali dei comuni più grandi, senza possibilità di garantire servizi essenziali alle comunità locali e accrescendo la fuga dei giovani. Nessuno si illude di affrontare l’emorragia demografica per contrastare la quale servono misure e fondi comunitari e nazionali ben più sostanziosi. Però almeno c’è chi ci prova e a cui va dato atto dell’impegno molto diverso dal puro assistenzialismo del Governo Regionale lucano.

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