Aor San Carlo: premio da Comitato Paralimpico

Nel corso di una cerimonia tenutasi di recente, il Comitato italiano paralimpico ha riconosciuto e premiato l’Azienda ospedaliera regionale San Carlo per le iniziative di eccellenza intraprese a favore delle persone con disabilità. Il riconoscimento celebra l’impegno costante nel garantire percorsi di sport-terapia e avviamento alle discipline paralimpiche, promuovendo il recupero funzionale, l’inclusione sociale e la crescita personale dei pazienti.

Grazie alla convenzione con il Comitato, dopo aver individuato i locali dedicati, l’Azienda ospedaliera San Carlo ha attivato un programma innovativo di sport-terapia, che coinvolge pazienti con deficit funzionali derivanti da patologie come ictus, sclerosi multipla, paraplegie e disabilità ortopediche. Le attività sono coordinate dalla unità operativa complessa di Medicina fisica e riabilitazione, guidata dal direttore Domenico Santomauro, sotto la supervisione del medico fisiatra, dottor Gennaro Gatto, in collaborazione con istruttori certificati dal comitato paralimpico.

“Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che rappresenta il frutto del nostro impegno per offrire percorsi riabilitativi innovativi e inclusivi”, ha dichiarato il direttore generale dell’Aor Giuseppe Spera, ritirando il premio. “Lo sport è uno strumento potente per il recupero fisico e psicologico e, grazie alla collaborazione con il Comitato italiano paralimpico – ha continuato il Dg – saremo in grado di garantire ai nostri pazienti non solo terapie di alta qualità, ma anche un’opportunità concreta di reinserimento nella società attraverso lo sport. Questo riconoscimento – ha concluso il direttore generale Spera – ci sprona a proseguire su questa strada, investendo ancora di più in strutture, competenze e progetti di inclusione”.

“I pazienti – ha dichiarato il dottor Gennaro Gatto – possono avvicinarsi a diverse discipline paralimpiche, tra le quali: taekwondo, anche nella forma di parataekwondo per pazienti in carrozzina, con possibilità di conseguire cinture e partecipare a gare ufficiali; scherma, con un focus sul fioretto, che stimola sia le capacità motorie che cognitive, grazie a una pedana e carrozzine apposite; calciobalilla, con tavoli brevettati che agevolano il gioco per pazienti in carrozzina, disciplina che ho contribuito a sviluppare definendo criteri di classificazione per la partecipazione alle competizioni. Una delle principali innovazioni – ha continuato Gatto – è stata la creazione di spazi appositi nei locali dell’ex centralino dell’ospedale, che consentono lo svolgimento delle attività sportive in modo ottimale, senza interferire con le altre attività della palestra di Medicina fisica. Questo approccio segue l’esempio virtuoso di realtà come l’ospedale Niguarda, pioniere nella sport-terapia, dimostrando che strutture adeguate – ha concluso il fisiatra – sono fondamentali per assicurare le attività di riabilitazione e avviamento allo sport paralimpico”.

 

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