Il capogruppo di Cd nel corso della discussione in Consiglio regionale ha affermato che: “Sulla partita petrolio ci giochiamo non solo la credibilità della massima istituzione regionale ma soprattutto il rapporto di fiducia con i cittadini”
“E’ nostro dovere principale mettere in campo tutte le azioni possibili, in primis l’impugnativa dell’articolo 38”. E’ quanto ha sostenuto il capogruppo di Centro democratico, in Consiglio regionale, Nicola Benedetto, che ha aggiunto “se il tentativo del governatore Pittella, tuttavia, è quello di ripristinare un ‘corridoio diplomatico’ con il Governo per tentare di modificare l’articolo 38 secondo le sollecitazioni e richieste venute da Sindaci, Consigli comunali, organizzazioni di categoria, della società civile, del volontariato, dagli studenti, siamo disponibili a sostenere questa iniziativa con l’unica pregiudiziale che riguarda i tempi di questo tentativo, tempi che – ha precisato – non possono andare oltre l’approvazione della Legge di Stabilità e, quindi, nel caso non ci fossero i risultati che il comune sentire popolare si aspetta la nostra sarebbe una strada obbligata, quella del ricorso alla Corte costituzionale ed eventualmente, non fermandoci a questo, ma mettendo l’istituzione regionale alla testa del movimento popolare contro ‘trivelle selvagge’. Non si sottovaluti che su questa partita ci giochiamo non solo la credibilità della massima istituzione regionale ma, soprattutto, il rapporto di fiducia con i cittadini”.<br /><br />“Non basta più l’ascolto. Ci vuole – ha sottolineato Benedetto – un segnale forte e chiaro poiché noi interpretiamo i sentimenti popolari che rappresentiamo per il mandato elettorale che abbiamo ricevuto e che dobbiamo onorare. Ed è anche questo il motivo che mi ha spinto a non accettare la Presidenza della Commissione di studio sul petrolio . Non ho alcuna intenzione di prestarmi ad un’operazione che di fatto prende in giro i cittadini lucani. Non ha senso studiare e, quindi, perdere tempo su aspetti che riguardano lo stato di attuazione degli accordi sottoscritti ed utilizzazione delle royalties petrolifere. I lucani vanno rispettati”.<br /><br />“E’ innegabile – a parere di Benedetto – che l’attività di estrazione, produzione e lavorazione presso il Centro Oli Eni di Viggiano, non ha prodotto nessuno degli obiettivi che la Regione, nel 1998, con il primo Protocollo di intesa con l’Eni, aveva immaginato. Non ha creato ricchezza per il territorio e tanto meno posti di lavoro, se non in numero limitato e a tempo determinato e, invece, ha avuto e continua ad avere effetti fortemente negativi sulle attività agricole e produttive dei comprensori petroliferi, sull’immagine turistica dell’intera Basilicata, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Pertanto, non può non allarmarci la situazione facilmente prevedibile che si scatenerebbe con l’attuazione dell’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’ così come è stato approvato da Governo e Parlamento. Come non possiamo sottovalutare che l’articolo 38 è palesemente anticostituzionale. Di fatto anticipa la riforma del titolo V della Costituzione e non ci vuole un costituzionalista per ricordare a Governo e a Parlamento che cambiare la Costituzione richiede ben altri passaggi politici ed istituzionali di un articolo di legge. Nello specifico con l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi – ha detto ancora Benedetto – il Governo ha avocato a sé ogni competenza e potere, anticipando l’attuazione della riforma del Titolo V in materia energetica e di fatto espropriandoci di ogni funzione persino di tutela ambientale”.<br /><br />“E’ questa una convinzione che ha già determinato la scelta di alcune Regioni e l’orientamento dell’Assemblea dei Presidenti dei Consigli regionali ad impugnare l’articolo 38 ed altri davanti la Corte costituzionale. Io – ha ricordato Benedetto – l’ho sostenuto ‘a caldo’ e non posso che ribadire il mio giudizio anche oggi: l’articolo 38 umilia le popolazioni lucane pendendole in giro, contrabbandando per atto di generosità l’elemosina della deroga per i prossimi tre anni ed esclusivamente per le risorse derivanti dalla parte di incremento dell’estrazione al Patto di Stabilità per le royalties. Da lucano è un provvedimento che non può in alcun modo soddisfarmi. L’articolo 38 non espropria solo le Regioni, ma anche i Comuni e con essi i cittadini dalla titolarità di scegliere il modello di sviluppo del proprio territorio. Non è, infatti, possibile conciliare la perforazione di pozzi con il modello di sviluppo eco-sostenibile che vogliamo realizzare. Un modello che punta in particolare sul turismo culturale. Subito dopo il prestigioso riconoscimento per la Città di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in tanti – ha concluso Benedetto – abbiamo sostenuto che la cultura vale più delle nuove migliaia di barili di petrolio che si vorrebbe estrarre bypassando Regione e Comuni e non tenendo conto della diffusa contrarietà che si è manifestata con numerosi ordini del giorno approvati da Consigli Comunali del Materano e del Potentino, oltre che con iniziative di protesta”.<br /><br />