“L’accordo di programma tra Associazioni Bieticole, Zuccherificio del Molise e Regione Basilicata per il consolidamento della bieticoltura nella Valle dell’Ofanto costituisce un elemento di grande importanza per il comparto agroindustriale lucano e, al tempo stesso, una testimonianza concreta di come il confronto, la concertazione ed il gioco di squadra fra rappresentanza e Istituzioni, ed un rispettoso rapporto nella filiera, può consentire di affrontare e superare problemi e criticità e dare prospettive al settore primario”.
E’ questo il commento della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Basilicata, riguardo l’intesa siglata nei giorni scorsi presso il Dipartimento Agricoltura con le diverse componenti la filiera bieticolo-saccarifero, intesa fortemente voluta e sostenuta da tutto il mondo agricolo lucano che prevede un intervento finanziario della Regione per la riduzione dei costi di trasporto delle barbabietole da zucchero allo zuccherificio di Termoli, che – si ricorda – a seguito della riforma, areali produttivi e compatibilità dei conferimento in particolare per ragioni economico/finanziarie sono stati attestati entro una distanza non superiore a 120 Km, da qui l’esigenza di un intervento che permetta almeno alle produzioni della Basilicata nord di potere conferire a Termoli. Un plauso all’Assessore Mazzocco, un ringraziamento alle associazioni di prodotto in particolare al Consorzio Bieticoltori nazionale, impegnate in prima fila a trovare soluzioni e concrete apporti. Per la CIA, inoltre, la soddisfazione di aver contribuito sin dalla scorsa estate, anche con le strutture locali a rappresentare il problema e a fornire un contributo propositivo e fattivo all’intera vicenda, che non era ne scontata ne semplice. Siamo convinti – conclude Distefano – che insieme abbiamo dato un contributo affinché una importante produzione non scomparisse, non si impoverisse il nostro agroalimentare, venisse confermata e garantito un futuro ad una coltura strategica, di qualità, che ha una funzioni agronomica rinnovatrice oltre che di contenimento di altre colture a maggior rischio di mercato, soprattutto perché è alla base di rilevanti processi agroindustriali e di sistemi indotto del settore primario”.
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