“Con la ripresa dei lavori, la Regione Basilicata ha l’onere di portare a compimento scelte annunciate e procedure avviate fra il 2014 e il 2015 e che hanno caratterizzato l’attività di governo regionale almeno sulla carta o sulla stampa, con riscontri parziali nella realtà o, in alcuni casi, senza nessun riscontro”. E’ quanto afferma la segreteria regionale della Fp Cisl, Elisabetta Pennacchia, in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Marcello Pittella, e al direttore generale Presidenza della Giunta, Vito Marsico.
“È il caso, estremamente eclatante oramai – continua Pennacchio – della disciplina delle Aree Programma e dell’immissione dei dipendenti delle ex Comunità Montane nel ruolo ordinario regionale: rallentato o naufragato, infatti, un progetto di governance territoriale che avrebbe dovuto superare lo scempio politico-amministrativo connesso all’istituzione delle Aree, con la ricollocazione del personale e delle funzioni presso le Unioni di Comuni, nell’ambito della riforma Delrio, il risultato è che in un quadro di generale avvitamento sul tema, oggi, i già deboli contorni organizzativi e tratti funzionali di questo specifico livello di governo si sono del tutto disciolti nel lassismo generale.
I problemi che erano forse arginati a stento da quei labili confini, sono per contrasto, emersi con prepotenza in tutta la loro gravità e nella forma di prassi amministrative e gestionali del personale al limite dell’illegittimità.
Difficile individuare delle priorità, ma sicuramente l’assenza di un nuovo contratto di lavoro per il personale delle ex Comunità Montane (nella forma di una cessione contrattuale o di una novazione) con un nuovo datore di lavoro ben individuato ha costituito da sempre, verosimilmente, per questo personale il fondamento di un vuoto lavorativo individuale e collettivo, dato dall’incertezza e dalla disorganicità del contesto in cui vengono attribuiti ruoli e responsabilità e in cui vengono svolte, in generale, tutte le attività amministrative di competenza.
A pagarne le spese sono tutti i lavoratori del ruolo speciale delle Aree Programma: per i lavoratori a tempo determinato si inizia a delineare una prospettiva assai incerta sulla quale la Regione ha il dovere di fare chiarezza con immediata urgenza prima della scadenza dei contratti; per quelli a tempo indeterminato l’impossibilità di trovare un criterio omogeneo sulla contrattazione decentrata, in un quadro di regolarità e di ottemperanza anche alle nuove norme, blocca o arretra eccessivamente l’erogazione del salario accessorio presso ciascuna Area e dunque anche la possibilità di procedere alle progressioni orizzontali; per i funzionari responsabili dei servizi si registrano situazioni paradossali e di grave illegittimità, circa incarichi, valutazioni e pagamenti abbandonati alla estemporaneità decisionale dei Sindaci dei Comuni capofila; per i dirigenti medesimi che, forse più di tutti, non hanno interlocutori istituzionali cui sottoporre proposte e risultati gestionali, il quadro di insensatezza in cui ci si muove cresce in maniera esponenziale e proporzionale al ruolo ricoperto. A costoro, la CISL FP lo sottolinea fin da subito con fermezza, la Regione deve riservare la percentuale residua degli incarichi dirigenziali conferibili, ampliata da ultimo “al 10%” con il DDL 70/2015 art.1 comma 2, di modifica alla L.R. n.31/2010".
Pertanto, la Cisl Fp chiede "che la nuova fase politico-amministrativa regionale si apra all’insegna della massima concretezza e serietà e che, a strettissimo giro, la Regione convochi finalmente il più volte richiesto tavolo di discussione sul tema del personale Aree Programma, per dipanare definitivamente le problematiche sopra segnalate che l’ulteriore temporeggiare non può che rendere irreversibili, partendo dalla sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro”.
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