Sono benvenute le norme per sconfiggere il caporalato, che va combattuto senza tregua perché umilia gli uomini ed il loro lavoro. E’ quanto sostenuto dalla Coldiretti di Basilicata, che esprime l’unanime apprezzamento per il ddl organico di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura approvato dal Consiglio dei Ministri.
“La nostra Organizzazione con forza e da tempo denuncia una situazione del settore primario in cui va assicurata la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi, che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale” ha affermato il presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto. “Occorre combattere con forza lo sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli”.
Secondo l’Organizzazione però tutto questo non basta. È anche necessaria un’azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con una equa distribuzione del valore. E questo non è possibile se i pomodori nei campi sono sottopagati a 8 centesimi al chilo e le arance ancora di meno. Bisogna orientare gli sforzi in una operazione di trasparenza e di emersione mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità, come la stragrande maggioranza delle imprese agricole che hanno assunto regolarmente oltre un milione di lavoratori di cui 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni nel 2014.
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