"Condivido e sostengo l’appello degli allevatori zootecnici e delle loro organizzazioni di categoria a non dare credito alle campagne animaliste che puntano sul sensazionalismo dei consumatori". Lo dice, in un comunicato stampa, l’assessore al Comune di Bella Carmine Ferrone evidenziando che i comuni del Marmo Platano, tra i quali Bella, ospitano gli allevamenti ovi-caprini connotati da dimensioni maggiori, sia nell’ambito degli ovini che in quello dei caprini.
"In numerose nostre aziende – si legge nella nota – è ormai pratica abituale programmare la nascita dei capretti in concomitanza con le festività di Natale e Pasqua e pertanto bisogna evitare di creare danni ai titolari di allevamenti alle prese con non poche problematiche, su tutte quella dei prezzi non all’altezza della qualità delle carni di allevamento locale. Si pensi solo a cosa ha significato la blue tongue per i proprietari di stalle con bovini e ai costi sempre più sostenuti per applicare tutte le numerose normative in materia di benessere animale, sicurezza alimentare, smaltimento reflui, ecc tenendo le stalle in condizioni di massina sicurezza per i consumatori. Invece – continua – c’è chi specula sulla pelle degli allevatori per falsi scopi ideologici. E’ ora di finirla anche perché la crisi dei consumi, specie di carni, colpisce tutta l’Italia. Comunque, nel periodo della Pasqua confermano i nostri allevatori, si vendono circa il 30-35% dei capi dell’intera produzione annuale, riuscendo a strappare prezzi migliori di 1 euro al kg rispetto al resto dell’anno. E c’è chi tutto questo fa finta di non ricordarlo e specula sul futuro degli agricoltori. Se a questo aggiungiamo che il rapporto del ricavato per i produttori fra agnello da carne o pecora da latte è di 1 a 5, ovvero si guadagna cinque volte di più ad allevare una pecora per poi produrre il formaggio pecorino, ecco che allevare ovini da latte proprio sembra non convenire più come in passato. Invece, non solo gli animali giovani, più costosi, ma anche l'agnello bianco e l'agnellone hanno eccellenti qualità nutritive. Una serie di pregiudizi ingiustificati e soprattutto una scarsa conoscenza del reale valore nutritivo di queste carni, ne ostacola un più largo consumo che – conclude Ferrone – dovrebbe avvenire non solo per le festività pasquali e natalizie".
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