Coppola (Uil Matera) su rilancio sito industriale Val Basento

“Il rilancio del sito industriale della Val Basento costituisce uno degli elementi importanti per agganciare i segnali di ripresa nel settore industriale, manifatturiero e alleviare la crisi occupazionale che affligge ormai da tempo il territorio materano. La lunga storia di questo sito e le sue alterne vicissitudini, ci consegnano un quadro attuale a dir poco preoccupante”.

Lo sostiene il segretario Uil Matera, Franco Coppola.

“Il processo di bonifica del sito, riconosciuto area Sin, continua a scontare annosi ritardi tecnici e burocratici cui necessita dare urgente definizione. L’eco sostenibilità dello stesso, infatti, riguarda quasi esclusivamente gli sversamenti a cielo aperto di materiale altamente inquinante e dalla notevole quantità di amianto che è depositato qua e la all’interno dell’area di cui trattasi. Eredità – aggiunge – lasciata dalle carenze di norme e controlli che hanno caratterizzato le attività industriali negli anni ‘60 e ‘80 e in particolare l’ex Enichem, Liquichimica, Materit, Mythen. È conseguente che senza bonificare e quindi con gli attuali vincoli a nuovi insediamenti industriali, il rilancio del sito che pure conserva buone potenzialità, resta una chimera.

Intanto – prosegue la nota – l’area industriale continua stentatamente a vivere per la presenza di Tecnoparco e di altre poche coraggiose aziende che certamente non trovano in Val Basento le condizioni migliori per intraprendere. Tecnoparco presidiando il territorio costituisce argine per la desertificazione e l’abbandono dello stesso, mentre la sua attività di smaltimento dei reflui industriali e soprattutto dei fanghi rivenienti dall’estrazione petrolifera è costantemente,  dovutamente e legittimamente sotto la lente di ingrandimento per le ipotesi di inquinamento delle falde e dello stesso Basento.

A proposito – continua Coppola – bene fa il Comune di Pisticci a monitorare la situazione con analisi commissionate in proprio, così come i continui controlli dell’Arpab e di tutti gli altri organismi a proposito competenti. Quello che diventa difficile da comprendere è il continuo balletto dei dati sull’inquinamento, la messa in discussione degli stessi e la sfiducia verso le strutture pubbliche a ciò competenti. Certo, queste a tutt’oggi non hanno brillato per efficacia e spesso hanno mostrato una strutturazione di mezzi e professionalità insufficienti al sensibile compito a loro affidato. A proposito occorre una azione forte da parte soprattutto della Regione affinchè questi Enti siano messi nelle condizioni di assolvere al meglio alla loro delicata funzione. E’ questo il punto su cui dobbiamo batterci tutti assieme.

Non si può, diversamente, affrontare una questione altamente complessa come la correlazione tra lo sviluppo e quindi i posti di lavoro con la qualità dell’ambiente e il bene supremo della vita umana con posizioni semplicistiche che spesso sfociano in un allarmismo inutile e deleterio. A maggior ragione quando queste posizioni di discredito verso le istituzioni vengono propalate a piene mani addirittura da rappresentanti del Parlamento.

In Basilicata – conclude – il tema del petrolio e nella fattispecie di Tecnoparco e lo smaltimento dei fanghi provenienti dalla sua estrazione vivono su un equilibrio sottilissimo e sta nella responsabilità delle parti trovare la necessaria conciliazione con il bene inalienabile dell’ambiente. Poi si può anche legittimamente pensare che non bisogna più estrarre petrolio e propendere, invece, verso una 'decrescita felice' invocata da qualcuno. Ma questa è tutta altra storia”.

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