Con la ripresa della normale attività produttiva al Centro Olio Eni di Viggiano niente deve essere come prima, vale a dire niente più “fiammate”, maggiore sicurezza per lavoratori e comunità locali, più efficaci misure di protezione civile, più efficienti interventi di tutela del territorio. Tutto questo ci aspettiamo tenuto conto che i lavori hanno interessato la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto, in previsione dell’ avvio della cosiddetta quinta linea.
E’ quanto scrive Filippo Massaro dello Csail.
Se infatti l’obiettivo centrale da raggiungere è quello del tetto dei 104 mila barili di petrolio al giorno già previsti e autorizzati nell’ambito degli accordi Eni-Regione nella fase 1 del Progetto Val d’Agri non siamo più disponibili a derogare su nessuna delle condizioni fondamentali per la vita quotidiana del “popolo del petrolio”. Un altro aspetto, non certamente marginale, del dopo fermata è riferito ai programmi di compensazione ambientale anch’essi contenuti in accordi sottoscritti da Eni e Regione e che vanno onorati.
Il primo ed urgente atto da compiere – aggiunge Massaro – è quello di una mappatura completa di tutti i rischi per le comunità della Val d’Agri e Sauro in modo da avere idee chiare su come fronteggiarli. E’ un compito che spetta principalmente all’Arpab ma anche all’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo che continua a rappresentare un “corpo estraneo” alla società valligiana. Non si sottovaluti la presenza di falde acquifere e sorgenti che alimentano il Pertusillo e Monte Cotugno.
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