De Filippo: la Basilicata accoglie la sfida dell'efficienza

Ma i tempi del federalismo fiscale si muovono più con l'agenda di qualche partito della maggioranza che con i reali bisogni del Paese

“Con questo schema di decreto legislativo del Governo in materia di autonomia impositiva e costi standard sanitari è altissimo il rischio che aumenti il divario fra il Nord e il Sud del Paese senza, con questo, migliorare la spesa del sistema sanitario e abbassando ulteriormente il livello di equità del Sistema sanitario pubblico”.
Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, intervenendo oggi, a Milano, all’incontro dibattito sul tema “Federalismo e costi standard” organizzato dall’Università degli studi di Milano-Bicocca, al quale hanno partecipato, fra gli altri, Enrico la Loggia, presidente della Commissione parlamentare sul federalismo fiscale, Romano Colozzi, assessore alle risorse, finanze e rapporti sitituzionali della Regione Lombardia, e Gianfranco Viesti, docente dell'Università degli Studi di Bari, facoltà di Scienze Politiche.
“Nelle 11 cartelle che come regioni abbiamo consegnato al Governo – ha continuato De Filippo – abbiamo chiesto alcune cose che riteniamo fondamentali per evitare che questo modello di federalismo cancelli definitivamente principi di equità e sussidiarietà”.
“Il benchmark dei costi standard va fatto su tutte le regioni che hanno garantito l’erogazione dei Lea in condizioni di equilibrio economico. Inoltre, nell’individuazione delle regioni modello, dovrà comunque essere garantita la presenza di almeno una regione per ogni area geografica del Paese. Così come il fabbisogno finanziario e l’individuazione dell’ammontare delle risorse per la sanità devono rimanere materia di intesa in modo coerente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei Lea. Non possiamo lasciare la determinazione del fondo a un mero elemento matematico, ma deve restare materia di intesa tra Stato Regioni, come è attualmente con il Patto per la Salute. E’ evidente, infatti, in linea con la letteratura sul risk-adjustment, che i soli pesi demografici spieghino al massimo il 5-6% della variabilità della spesa. Occorre, inoltre, esaminare congiuntamente la definizione di Lea (Livelli essenziali di assistenza) e Lep (Livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie) senza la quale i provvedimenti sul federalismo risulterebbero monchi poiché privi di un elemento fondamentale quali il livello dei servizi da garantire ai cittadini sull'intero territorio nazionale”.
“La Basilicata – ha concluso De Filippo – raccoglie la sfida dell’efficienza dettata dal federalismo, ma occorrono strumenti perequativi trasparenti che diano certezze in questo cammino. Si ha invece l’impressione che il federalismo fiscale si muova secondo un calendario più dettato dall’agenda politica di qualche partito della maggioranza, piuttosto che dalla reale esigenza del Paese. In questo modo il percorso diventa più complesso e rischia di allargare lo spazio degli egoismi e degli interessi particolari con effetti nefasti non solo per il Mezzogiorno, ma per l’intero Paese”.
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