“Il “punto a capo” di cui ha parlato oggi alla Sata di Melfi il Premier Monti è stato possibile per la responsabilità dimostrata anche oggi da Fli che in Senato ha votato la legge di stabilità, pur essendo influenzata e drogata dalle prossime elezioni, vale a dire è stato possibile grazie alle condizioni che hanno permesso a Monti di governare anche i processi per consentire alla grande industria di uscire dalla crisi”. Lo sostiene il sen. Egidio Digilio, coordinatore regionale di Fli, sottolineando che “la conferma degli obiettivi del Gruppo Fiat per il 2012 ed in particolare dell’investimento a Melfi di un miliardo di euro non è certamente solo una scelta di strategia aziendale. Se non fosse dipeso dal sostegno dei partiti che hanno dato fiducia ai programmi dell’a.d. Marchionne attraverso quel pressing fondamentale per stoppare disegni di fuga dall’Italia oggi per lo stabilimento lucano sarebbe tutt’altra storia. Sono poco interessato e coinvolto dagli applausi tributati al Premier Monti dagli operai Sata e credo dagli amministratori regionali e locali. A me interessa verificare che gli impegni sul futuro produttivo e il futuro occupazionale dei lavoratori del comparto auto, compreso l’indotto, siano realmente mantenuti, perché gli applausi siano meritati attraverso comportamenti coerenti. Quanto al sostegno della Fiat a Monti in verità – continua – preferisco che siano gli italiani a manifestarlo perché la politica sia ben distinta da interessi di parte, sia pure espressi dalla prima industria italiana e che continua ad essere un simbolo del “made in Italy”.
Secondo Digilio “continuare a credere nelle potenzialità della Sata e delle maestranze non ha nulla a che fare con il gioco d’azzardo perché lo stabilimento lucano ha ampiamente dimostrato la fiducia riposta specie in termini di produttività come dimostrano i 5 milioni e mezzo di auto costruite dal 1993 ad oggi. E a Marchionne che ripete che il piano Fiat non è adatto a deboli di cuore possiamo garantire che, a parte i problemi cardiovascolari che toccano i lucani, il coraggio non è certo la virtù che ci manca”.
BAS 05