Il consigliere regionale di Io amo la Lucania: “Film Commission atto secondo tra cantastorie, menestrelli e professori”
“Film Commission atto secondo. Ci siamo. O quasi. L’audizione del presidente De Filippo in Prima Commissione consiliare – dice Navazio – ci ha permesso di comprendere lo stato dell’arte della rivisitata Unità interdipartimentale (così definita dall’ormai famoso art.64 della legge regionale 42/2009). Al netto delle ipotetiche strumentalizzazioni del settembre-ottobre 2010 che, politici navigati ed ‘esperti massmedia – logici’ volevano attribuire ad un disegno ispirato dal solito grande ‘vecchio scompaginatore’, l’azione di contrasto promossa e sostenuta in piena autonomia e solitudine ha prodotto i suoi effetti. Si cambia registro. Si ipotizza una fondazione (di diritto privato e senza scopo di lucro), immaginata dal team degli esperti e suggerita a gran voce dagli stakeholders della autonominata partnership creativa. Può bastare? Come inizio sicuramente. Ci sono dei ma. Abbiamo bisogno – sostiene Navazio – di discutere e affrontare i compiti ( i più ampi possibili per sostenere e potenziare il settore cinematografico e audiovisivo quale veicolo privilegiato di promozione del territorio nonché fattore di sviluppo imprenditoriale e occupazionale), la composizione (consiglio di amministrazione a tre o cinque o nomina di un amministratore unico), il direttore (vera figura chiave, come insegna l’esperienza pugliese, scelto con avviso o nominato per meriti), alcune regole (presentato a chi ed approvato da chi) per il controllo del piano annuale delle attività (in conformità, si spera agli indirizzi programmatici della regione), per la gestione del film fund (criteri e metodi trasparenti), per la definizione di criteri di selezione del personale che, motivatamente, dovranno far parte della snella struttura della film commission, e cosi via. Una discussione rapida, visto che siamo sulla buona strada. Potremmo tutto delegare alla giunta regionale. Preferiamo tuttavia, un’altra strada, che non coincide necessariamente con un nuovo disegno di legge, articolato (ma qualcuno potrebbe dire perché no?). Abbiamo voglia di suggerire, ad esempio, che nel caso si scegliesse la formula del consiglio di amministrazione, una opportuna azione potrebbe essere quella di indicare una figura proveniente dalla partnership creativa. Abbiamo voglia di suggerire – conclude Navazio – che il film fund fosse regolamentato, fin dall’inizio. Abbiamo voglia di suggerire di lasciar perdere i cantastorie e i menestrelli di corte, ma (per dirla alla Veltroni) anche i professori. Ce ne sono fin troppo in giro”.