Giornata della Memoria, le riflessioni di Leggieri

“Ricordare serve a tutti noi ma, soprattutto, alle future generazioni. Studiando e scongiurando gli orrori e le atrocità, di cui è stato capace l’uomo, si potrà costruire un futuro migliore”

“Oggi 27 gennaio  si celebra ‘La Giornata della Memoria’. Lo stesso giorno del 1945 Auschwitz fu il primo campo ad essere liberato. Quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il lager polacco, vennero fuori tutti gli orrori commessi sull’essere umano: ad Auschwitz, e non solo, è stato demolito l’uomo. E chi è riuscito a sopravvivere, è diventato un testimone diretto di quel genocidio. Tantissimi superstiti della Shoah sono diventanti degli instancabili testimoni, altri hanno temuto di non essere compresi, altri ancora non ce l’hanno fatta”. Così il capogruppo del Movimento 5 stelle, Gianni Leggieri che aggiunge: “Il racconto in prima persona di Primo Levi dell’esperienza nel campo di sterminio di Auschwitz pone al centro il ‘dovere della memoria’, lobbligo di testimoniare l'intestimoniabile, affinché le atrocità non possano ripetersi. ‘L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria’. Queste parole dello scrittore torinese rappresentano una sorta di eredità da affidare a chi è venuto dopo quella pagina buia della storia. Purtroppo, non sempre si riesce a sopravvivere ai fantasmi del passato ma, certamente, le testimonianze e i ricordi di chi ha vissuto realmente tutte quelle crudeltà, possono far sì che l’orrore non si ripeta e che ogni manifestazione di antisemitismo e di razzismo possa essere condannata”.

“Alla scuola e alle istituzioni – prosegue l’esponente M5s – spetta il compito di aiutare le nuove generazioni a ‘coltivare la memoria’. La conoscenza e la memoria sono le armi più potenti da opporre a ogni possibile rigurgito di odio, a ogni forma di negazionismo.  L’orrore della Shoah potrebbe ripetersi e non è da escludere che genocidi del genere stiano già accadendo vicino noi, basti pensare alle condizioni disumane in cui cercano di sopravvivere le decine di migliaia di profughi ammassati nei campi di accoglienza in Bosnia, sull’isola di Lesbo e in Libia”.

“Ricordare – conclude Leggieri – serve a tutti noi ma, soprattutto, alle future generazioni; solo attraverso il ricordo si potrà evitare una deriva retorica.  Studiando e scongiurando gli orrori e le atrocità, di cui è stato capace l’uomo, si potrà costruire un futuro migliore.

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