Interrogazione Elba Sud, Mollica insoddisfatto

Il capogruppo dell’Mpa aveva sollevato il caso dell’intossicazione di venti operai avvenuta nell’aprile scorso. Oggi la risposta della Giunta in Aula

Nella riunione di oggi del Consiglio regionale è stata discussa una interrogazione del capogruppo dell’Mpa Francesco Mollica sulla questione ambiente. “Partendo dall’infausto evento risalente al mese di aprile scorso dell’intossicazione di venti operai, impiegati nell’Elba Sud, fabbrica adiacente al Centro olio di Viggiano, probabilmente dovute all’ennesima fuga di gas”, Mollica aveva chiesto all’assessore all’Ambiente “se nell’area petrolifera sia tutto sotto controllo o ci troviamo di fronte a ‘un altro caso Fenice’ e quali azioni sono state messe in campo per evitare che tali episodi si possano ripetere”.

“Negli ultimi dieci anni – afferma ancora l’esponente dell’Mpa – la Regione Basilicata si è affidata solo all’Eni spa per il monitoraggio ambientale nelle zone dove si effettuano le perforazioni, la stessa Eni spa gestore dell’impianto denominato ‘Centro Oli Val d’Agri’ di Viggiano (Pz), ha installato una centralina per il monitoraggio della qualità dell’ aria in località ‘Masseria Puzzolente’ del Comune di Viaggiano, svolgendo dunque il ruolo di controllore e controllato. Così dopo l’incidente, come confermato oggi, la stessa Eni si affretta a smentire, con puntualità cronometrica, in modo categorico anomalie nei valori misurati di gas presso il Centro Oli di Viggiano. A sentire le relazioni dell’assessore all’Ambiente è tutto sotto controllo, i dati delle centraline dell’Arpab e dell’Agrobios e di quelli delle fantomatiche stazioni di rilevamento della stessa Eni, sono sempre state, nei giorni precedenti e successivi alla data dell’incidente (il 5 aprile 2011), perfettamente nella norma, non rilevando l’immissione in aria per valori oltre i limiti stabiliti del famoso idrogeno solforato (H2S), il sottoprodotto principale dell’opera di idro – desulfurizzazione del petrolio che da noi in Basilicata viene monitorato saltuariamente e che può avere effetti devastanti sulla salute. L’ H2S ad alte concentrazioni è un vero e proprio veleno, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato ad una maggiore ricorrenza di aborti spontanei nelle donne”.

Mollica rileva “incongruenze nelle risposte udite oggi: logica è la risposta di Eni cioè dell’oste il quale di certo deve dire che ‘il suo vino è buono’; meno logica è quella dell’Arpab che cerca di attribuire la responsabilità alle diverse condizioni atmosferiche, nell’area in quei giorni imperversava pioggia e vento, che hanno trasportato gli odori molesti; il dato è che l’avvelenamento ci è stato e quindi o il ricovero di quei 20 operai presso il Presidio Ospedaliero di Villa d’Agri è stato un errore medico o quelle stesse persone si stavano preparando a perdere il lavoro e stavano inscenando una farsa”.

“Non resta che ricordare a chi ha la responsabilità – conclude Mollica – che ora di smetterla di ‘fare la parte’ e che i lucani non possono continuare a vivere con la spada di Damocle sulla testa, né tanto meno possiamo lasciar fare ai nuovi colonizzatori quello che più vogliono non solo non ponendo freno al prelievo indiscriminato delle nostre risorse ma lasciando pure che ci avvelenino”.

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