Latronico (Noi con l'Italia) su politiche per la Basilicata

“Il sistema Basilicata in questi anni si è impoverito. Uno scambio stretto e soffocante ha contraddistinto le relazioni sociali e politiche. Ora quel sistema è arrivato al capo linea, non avendo altro da offrire. La politica distributrice non c’è più. La politica può solo creare le condizioni perché si generino processi di accumulazione di ricchezza senza la quale nessuna distribuzione è possibile. Questa è la sfida innanzi a cui ci troviamo che riguarda non solo la politica in senso stretto, ma l’intera società”.
Lo ha dichiarato – si legge in un comunicato – l’ex parlamentare Cosimo Latronico, dirigente nazionale di  Noi con l’Italia, a Policoro nel corso dell’appuntamento di “Governiamo il cambiamento” che punta ad aggregare tutte le forze politiche alternative al “sistema di potere regionale”.
“Tre grandi questioni possono muovere una dinamica di arricchimento del corpo sociale. Quella  mineraria: vanno rinegoziate le concessioni sia per rendere più efficace ed effettiva la tutela ambientale, ma anche per assicurare una destinazione produttiva alle risorse ricavate dalle attività minerarie. Un fondo per attrarre e sostenere investimenti produttivi ed infrastrutturali, deve essere un vincolo inderogabile. Una finanza innovativa e di progetto per rilanciare il tessuto produttivo e le opportunità di lavoro.
I giovani lucani, e non solo loro, emigrati possono tornare – ha continuato l’ex parlamentare – se ci saranno occasioni ed opportunità di impresa e di lavoro nella nostra terra. La questione ambientale, tramite una rigorosa tutela attiva del patrimonio ambientale coinvolgendo in modo sistematico le agenzie nazionali in materia di controllo come l’Ispra e l’Istituto Superiore di Sanità. Ma anche attraverso una stima del valore economico del patrimonio ambientale. Si pensi alle foreste: migliaia di ettari di bosco che potrebbero generare certificati verdi da valorizzare ed immettere nel mercato spuntando ricavi finanziari significativi. In aggiunta alla stima e valorizzazione delle risorse idriche. Un miliardo di metri cubi di acqua invasata nelle dighe della Basilicata che sostengono il sistema produttivo ed industriale della Puglia. Non può bastare qualche compensazione peraltro malspesa, come nel caso dell’evento scenico dello sbarco dei Greci nella diga di Montecotugno, che ha bruciato milioni di euro per nulla. Serve anche in questo caso un negoziato che attragga risorse finanziarie per mantenere il territorio che alimenta le sorgenti e che sostenga un progetto produttivo ed infrastrutturale della Basilicata. Partendo dal nodo storico del suo isolamento e della necessità di collegare i 131 Comuni lucani con i nodi intermodali di Bari/Brindisi e di Salerno/Napoli.
L’auspicio – ha concluso Latronico – è che il dibattito delle prossime settimane accresca l’interesse dei lucani perché ritornino ad essere protagonisti attivi del proprio futuro”.

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