A poco più di un anno dall’approvazione da parte del Consiglio Regionale della LR 26/2015 su "Contrasto al disagio sociale mediante l'utilizzo di eccedenze alimentari e non" diventa necessario accelerare l’iter di attuazione, in particolare, approvando il programma di interventi a valenza triennale stabilendo modalità di intervento e di sostegno operativo ed economico, nonché le modalità per l’analisi del fabbisogno e la valutazione degli effetti delle politiche distributive previste dalla legge. La sollecitazione viene da Fipe-Confcommercio e Fipet-Confesercenti (Rete Imprese Italia Potenza) insieme a quella di promuovere accordi di collaborazione tra i soggetti attuatori , le organizzazioni e gli operatori dei settori interessati, per lo svolgimento dell’attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari. Un’occasione importante per fare il punto è rappresentata dall’incontro dibattito organizzato per lunedì 24 ottobre prossimo a Potenza sulla Legge “Gadda” dal nome della deputata Maria Chiara Gadda del Pd, prima firmataria e promotrice di questa nuova e importante normativa. All’iniziativa è prevista la presenza oltre che dell’on. Gadda dei consiglieri regionali Polese e Castelgrande, dell’assessore al Comune di Potenza Carmen Celi, del direttore del Banco Alimentare Lucchini, del presidente Pittella e dell’assessore Braia, il sindaco De Luca e il Questore Gualtieri; concluderà il sottosegretario De Filippo.
La “legge Gadda” – si sottolinea nella nota – è semplice e complessa al tempo stesso – solo 18 articoli ma che normano anche ambiti complessi come quello fiscale – con un solo e chiaro obiettivo: la riduzione degli sprechi di ogni tipo, incentivando e promuovendo il più possibile il dono, la trasformazione, la redistribuzione delle eccedenze non solo alimentari e lungo tutta la filiera. La legge prevede misure e incentivi per promuovere nei ristoranti l’uso di contenitori per portarsi a casa quanto non consumato nel locale (le cosiddette “family bag”) già diffuse all’estero e garantirà ad attività commerciali e produttive uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato.
Le cifre sugli sprechi alimentari delle famiglie lucane – evidenziano Fipe-Confcommercio e Fipet-Confesercenti – sono impressionanti: in media si buttano tra i rifiuti tra i 52-58 kg l'anno di derrate alimentari, che equivalgono a 18-20 euro al mese di alimenti ancora commestibili (la media nazionale è di 70-75 kg l'anno, 28-30 euro al mese per famiglia).
Ristoratori, albergatori ed esercenti attività alimentari intendono dunque svolgere una funzione di “guida” ai consumatori contro gli sprechi alimentari, una parte di quei 461 euro che una famiglia di 3 persone spende in media ogni mese per fare la spesa. Tra le ragioni principali per cui gli italiani buttano gli alimenti la principale è la muffa (41%), seguita dalla cattiva conservazione (34%) e dal fatto che sono scaduti (25%). E tra le ragioni troviamo anche "non ha un buon odore/sapore" (24%), l'eccessiva quantità di cibo cucinato (14%), un errore nel calcolo delle dosi necessarie (13%) e tra gli altri motivi anche un "faccio la spesa una volta alla settimana e spesso gli alimenti non durano buoni così a lungo" (12%). Tra i motivi di una crescente maggiore sensibilità troviamo che gli italiani tendono a fare una spesa più oculata (47%), a ridurre le quantità acquistate (31%), a utilizzare gli avanzi nei propri pasti (24%) e a porre più attenzione alle date di scadenza riportate sulle confezioni (18%). Specie a Potenza, come testimonia l’attenzione dimostrata dall’assessore Carmen Celi, si possono attuare buone pratiche che rispondano ai bisogni di tante famiglie in difficoltà.