M5s: sospendere autorizzazioni Scianatico e Ila laterizi

Mozione presentata da Perrino e Leggieri dopo l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Firenze su una rete per lo smaltimento abusivo di materiali pericolosi

&ldquo;Sospendere, con effetto immediato, le autorizzazioni integrate ambientali e le eventuali altre autorizzazioni rilasciate dai competenti uffici regionali alle due societ&agrave;, Scianatico laterizi di Genzano di Lucania e Ila laterizi di Borgo Venusio a Matera, che secondo un&rsquo;inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Firenze sarebbero al centro di una rete per lo smaltimento abusivo di materiali pericolosi &lsquo;camuffati&rsquo; da rifiuti ordinari, buoni per costruire mattoni e per essere utilizzati come riempimento&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto chiedono i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Giovanni Perrino e Gianni Leggieri con una mozione presentata ieri in Consiglio regionale. &ldquo;Siamo davanti a una situazione sconcertante che necessita di provvedimenti urgenti&quot;, affermano i due esponenti del M5s ricordando che &ldquo;la maggioranza, tramite il capogruppo Giuzio, ha chiesto al dipartimento competente di approfondire la situazione, rinviando la discussione alla prossima seduta ordinaria, prevista per gennaio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Sono complessivamente 21 le persone coinvolte in questo filone dell&rsquo;inchiesta &ndash; continuano Perrino e Leggieri -. Sono indagati i vertici della Lucart e di altre aziende della filiera, come Michele Scianatico e i direttori dei due impianti lucani, Vincenzo Pugliese e Michele Di Stasi. Fra gli &lsquo;illeciti profitti&rsquo; contestati, ci sono i risparmi di Lucart per il trattamento dei fanghi che venivano smaltiti per una cifra definita &lsquo;irrisoria&rsquo;, fra i 6 e i 10 euro a tonnellata. Le accuse sono gravissime: traffico illecito di rifiuti e attivit&agrave; di gestione di rifiuti non autorizzata con l&rsquo;aggravante del coinvolgimento del clan camorristico dei casalesi. Appaiono essere quindi confermate &ndash; concludono – le notizie che si susseguirono a settembre del 2016, quando la Dda di Firenze, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e la Guardia di Finanza, effettu&ograve; ispezioni negli stabilimenti del gruppo Scianatico, Ila laterizi di Matera e Scianatico laterizi di Genzano&rdquo;.&nbsp;

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