Parco Appennino Lucano: nuovi progetti su tutela biodiversità

Sono quattro i progetti proposti dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano al Ministero dell’Ambiente in adesione alla direttiva per la conservazione della biodiversità.
Valutando positivamente il portato della direttiva ministeriale, l’Ente Parco ha inteso sostenere fattivamente le azioni programmate, al fine di cogliere gli obiettivi indicati dal Ministero, operando in sinergia e collaborazione con altri Parchi Nazionali.
Il primo progetto proposto è quello relativo all’impatto del cinghiale sul patrimonio di biodiversità dei Parchi Nazionali Italiani, considerando che la gran parte dei progetti elaborati finora riguardano il solo impatto del fenomeno sulle attività agricole. Il secondo progetto riguarda lo sviluppo di misure coordinate per la protezione del lupo, con il quale si intende mettere in atto azioni condivise al fine di permettere la convivenza tra l’uomo ed il lupo attenuando i conflitti tra il predatore e le attività umana.
Il terzo progetto riguarda la individuazione e caratterizzazione delle foreste vetuste, con lo scopo di incrementare le misure di tutela e salvaguardia delle stesse, e la promozione di adeguati approfondimenti in materia. La conservazione della lepre italica è l’azione posta al centro del quarto progetto. Partendo da una prima indagine, promossa dall’Ente Parco nel 2011, si è valutata la necessità di porre in essere un progetto di reintroduzione della specie, avendo rilevato le difficoltà che il territorio frappone allo scambio genico delle popolazioni relitte e il conseguente rischio di estinzione.
L’adesione alla direttiva ministeriale è valutata in modo positivo dal presidente del Parco Domenico Totaro, che ha condiviso il proposito, che emerge dal merito dei progetti, di “approfondire le conoscenze circa il ricco patrimonio di biodiversità che contraddistingue il nostro territorio, arricchendo un lavoro già avviato con gli studi, finora effettuati, su anfibi, avifauna, chirotteri e orchidee. La possibilità di lavorare ‘in rete’ con altri Parchi della stessa ecoregione –ha concluso Totaro- consentirà di confrontare le esperienze, gli studi, le politiche di tutela e protezione e mettere in atto protocolli comuni e condivisi per l’attuazione di misure di conservazione.” (FAd)

BAS 05
 

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