Il consigliere del Pdl riprendendo l’articolo pubblicato oggi sul “Corriere della Sera “ in merito alle nuove regole del Federalismo fa riferimento alle dichiarazioni rese nel corso della discussione consiliare relativa all’Ospedale di Tinchi
“Sul Corsera – riferisce Napoli – appare la notizia circa il disavanzo della Sanità lucana pari a 22 milioni di euro, 37 euro per abitante. Cifra non paragonabile a quella di altre regioni limitrofe – specifica Napoli – ma che comunque avrebbe creato qualche problema al presidente De Filippo, ed alla coalizione di centrosinistra, qualora fosse già stato in vigore il nuovo decreto sul federalismo. E’ la testimonianza che quanto da me asserito non era una boutade estiva, bensì il frutto di un ragionamento che partiva da alcuni dati di assoluta verità, che consentivano di smentire alcuni luoghi comuni artatamente costruiti che dipingevano il modello sanità della Basilicata come esempio di sana gestione certamente da seguire”.
”Un modello – continua Napoli – che tale non è e che obbliga, ora come allora, la Regione Basilicata ad intervenire per ripianare il deficit, mascherato attraverso espedienti contabili, ma anche attraverso interventi di ristrutturazione dei plessi ospedalieri. La Basilicata pur non essendo la sola regione con i conti in rosso – prosegue l’esponente del Pdl – non è certamente avulsa da una realtà piena di forti criticità per lo più legate ad un elevato costo dei servizi erogati nei nosocomi sui quali incide la maggiore frequenza di ricoveri definiti come inappropriati. Alla inappropriatezza si associa anche un più elevato tasso di ospedalizzazione: 191 per ogni mille abitanti in Basilicata a fronte dei 187 in Italia. E comunque non è sui numeri che intendiamo soffermarci, avendoli ampiamente esplicitati in altra sede, quanto piuttosto sulla circostanza che la nostra regione, ancora una volta balza agli ‘onori’ della cronaca nazionale per una gestione sicuramente non virtuosa. E’ utile sottolineare che l’alto costo non è determinato dalla maggiore complessità delle prestazioni, né da una più ampia offerta dei servizi. In aggiunta, va rimarcata la scarsa qualità dei servizi che è percepita dall’utenza, circostanza questa che favorisce il fenomeno della migrazione sanitaria”.
“Quello che ci interessa porre in rilievo – conclude Napoli – non è la nostra percezione della situazione della Sanità in Basilicata, quanto la necessità di invertire una tendenza consolidatasi nel tempo. Per evitare questo, non basterà di certo chiudere o ridimensionare pesantemente l’ospedale di Tinchi, quanto mettere mano seriamente ad una rivisitazione completa del sistema sanitario, provvedimento questo che appare ancora una chimera. Importante è sistemare i conti dal momento che è la sanità a produrre il deficit maggiore nel bilancio regionale a tutto discapito di una ripresa economica difficile ma irrinunciabile”.