Il presidente del Consiglio regionale rappresenta il caso di molti cittadini lucani, che incolpevolmente avevano acquistato da rivenditori autorizzati di Potenza valori bollati poi risultati falsi. Ed ai quali è stata applicata una multa
Molti cittadini lucani hanno ricevuto in questi giorni un “avviso di liquidazione dell'imposta e irrogazione delle sanzioni” per aver apposto su alcuni atti marche da bollo risultate false. Si tratta con ogni probabilità dei valori bollati venditi in due tabaccherie di Potenza e presso la Camera di commercio che nelle scorse settimane sono state al centro di una inchiesta della Guardia di Finanza.
Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino, ha scritto una lettera al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attlio Befera, per segnalare “un aspetto assai discutibile di questi provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate di Potenza: se, infatti, risulta comprensibile che a questi cittadini venga addebitato il costo delle marche da bollo, non si capisce perché essi debbano pagare anche una sanzione pecuniaria per dei valori bollati acquistati in rivendite autorizzate fra le quali anche quella sita all'interno del Tribunale di Potenza. Come avrebbero potuto capire che si trattava di marche da bollo false? E soprattutto, quale responsabilità si può mai assegnare loro per essersi semplicemente recati in una rivendita autorizzata? O forse avrebbero dovuto chiedere una particolare certificazione ai rivenditori?”.
“In un momento come quello attuale – continua Folino -, in cui faticosamente, anche grazie alla meritoria attività dell'Agenzia delle Entrate, lo Stato interviene in maniera decisa nella lotta all'evasione fiscale, producendo anche l'apprezzamento dell'opinione pubblica, episodi come quello a cui facevo riferimento contribuiscano invece a far sopravvivere un fisco inutilmente vessatorio. Le chiedo quindi di esaminare la questione che le ho posto, assumendo se è possibile ogni utile provvedimento per evitare che gli incolpevoli cittadini lucani debbano pagare, oltre alle marche da bollo, anche una sanzione ingiusta”.