“Nessuna candidatura alla segreteria provinciale del partito, nessuna strategia di ‘complotto’ e tanto meno con gli amici della componente Liberal”: è la precisazione del vice coordinatore regionale dell’Udc Antonio Flovilla, “tirato in ballo” dai giornali regionali, in occasione dei congressi di partito, su una sua presunta candidatura per un incarico politico.
“La mia presa di posizione di qualche giorno fa, a seguito del noto incontro in pizzeria – sottolinea Flovilla – riprova che io non rinuncio mai, alla luce del sole e senza far ricorso al politichese, a dire quello che penso. Ho sollevato questioni di metodo che attengono al doppio incarico (politico ed amministrativo) e di merito che si riferiscono alle alleanze da consolidare nel centrosinistra e nell’area del centro. C’è stato un chiarimento con il segretario Mancusi che – sottolinea – ha raccolto le mie valutazioni e considerazioni. Adesso la stagione congressuale non può e né deve diventare l’occasione di scontri tra componenti ed aree politiche, che sono comunque una risorsa per la pluralità di sensibilità ed impegno, quanto piuttosto l’occasione per l’Udc di ripartenza dal territorio, di rilancio della sua missione che è principalmente quella indicata dall'on. Savino Pezzotta, presidente nazionale per la Costituente di Centro, del superamento della diaspora dei cattolici. Sia chiaro, i cattolici in politica ci sono sempre stati, non siamo all’anno zero. Hanno avuto ruoli diversi, sono da sempre impegnati, e con qualità, nel mondo sociale e dell’impresa, in politica, anche se distribuiti nei vari schieramenti. Specie dopo la fine del Governo Berlusconi e l’avvio della conclusione del berlusconismo è l’ora – dice Flovilla – di mettere insieme le migliori energie del cattolicesimo democratico intorno a valori non negoziabili e ad un impegno sociale e civile che guardino ad un percorso comune. E’ quello che mi interessa prima di ogni altra cosa. Del resto, in un partito autenticamente democratico come il nostro, i congressi – continua il dirigente dell’Udc – non si fanno né prima e né con accordi tra gruppi dirigenti. Saranno il dibattito e il confronto a scegliere i gruppi dirigenti nella convinzione che ciascuno avrà la possibilità, a prescindere se diventerà segretario, di dare il proprio contributo al progetto del partito. Ritengo infine che non ci possa essere occasione migliore per superare la visione di “componente”, come traspare chiaramente dalla posizione degli amici Liberal, ai quali rivolgo un invito ad un lavoro unitario, per passare a quella dell’appartenenza. Per quanto mi riguarda, insieme all’on. Pezzotta, ho aderito al Progetto del Partito della Nazione proprio con questo spirito unitario”.
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