UNIONE COMUNI LAGONEGRESE: VACCARO (UIL): E’ SUONATA LA SVEGLIA

"La costituzione dell’Unione dei comuni del Lagonegrese e dei suoi organi dirigenti è nelle giusta direzione del processo di riordino delle funzioni pubbliche locali". Lo dichiara Carmine Vaccaro, segretario regionale UIL Basilicata, che aggiunge: "Abbiamo bisogno nella regione di un vero e profondo cambiamento istituzionale che riassesti nei territori le funzioni ed i servizi fondamentali per accompagnare un nuovo protagonismo dei centri urbani delle categorie, dei giovani e del mondo del lavoro. Devono funzionare bene le attività pubbliche ordinarie e devono realizzarsi i luoghi giusti e le opportunità di confronto, ascolto e validazione delle politiche di sviluppo, attrezzando un nuovo e reale processo di partecipazione e di pubblicizzazione delle decisioni. A ciò servono le Unioni che hanno come compito primario quello di leggere e comporre il quadro programmatico attivo del proprio sviluppo intorno ai “nuovi cittadini” che le abitano, ritessendo il reticolo dei servizi dal trasporto e mobilità sovra comunali, alla scuola ed alle infrastrutture collettive, ai servizi idrico energetici, alla risorsa ambiente ed agro forestale, ai servizi per l’impresa e per il lavoro e la formazione. Gli amministratori del Lagonegrese hanno in qualche modo ‘ suonato la sveglia’.
Occorre ora che parta dalla Regione l’insieme del processo riformatore ,senza timori e rallentamenti: si faccia presto e bene il provvedimento legislativo di cornice e di riassetto delle funzioni amministrative regionali, di area vasta, delle forme associative di Comuni . “Riformare la Basilicata”, rimettere in moto tutt’insieme un complesso organico di provvedimenti cornice che possa guidare il processo di cambiamento della PA locale, in qualche modo provocato dalla recente L. 56/14 sulle Province e sulle Unioni dei comuni: o si fa tutt’insieme questo attacco riformatore, tenendo il filo rosso delle norme da produrre oppure si va verso un’anarchia dei processi che provoca confusione, disservizio e distruttività. Immaginiamo una Regione centrata sulle funzioni di programma e più libera e destrutturata dei compiti più propriamente amministrativi e gestionali, a loro volta devoluti agli enti locali, segnatamente ai Comuni aggregati in Unioni. Il punto vero per attuare la riforma e per migliorarne gli effetti è proprio questo tenere allineato il sistema: avere un progetto attuativo locale che prefiguri qual è il modello di riordino della PA allargata a livello locale e su questo modello attestare tutte le operazioni di ricollocazione del personale e non viceversa e cioè partire dai tagli del personale.
Il tema è di coniugare “Capacità istituzionale e partecipazione” e quindi, come più volte rappresentato dalle organizzazioni sindacali, realizzare un processo che realmente porti il sistema pubblico ad assumere un ruolo di decisore dello sviluppo, di attuatore di scelte e non di semplice e formale esecutore di atti. Ciò richiede che l’attenzione sia puntata sui temi della azione pubblica sui territori e quindi sulla governance territoriale e dei Comuni perchè assunte le decisioni della programmazione a livello regionale si mettano in moto i meccanismi di coinvolgimento delle comunità locali e dei comuni. Essenziale è il processo di contrattazione decentrata attraverso cui passa il consenso del ‘lavoro pubblico’ alle scelte ed all’attuazione dei programmi’. Il processo passa per la definizione di’ piani di cambiamento’ per ogni ente ed attraverso un vero processo di programmazione e controllo. Si tratta di far lavorare diversamente l’organismo-personale, decentrando funzioni e procedure ed impegnando i Dipartimenti regionali su linee di attività puntate a realizzare sul territorio e con i soggetti locali decisioni di sviluppo. A cominciare dalle misure sul Por per le quali con i Comuni e con le forze sociali bisogna raccordarsi perchè producano effetti".

BAS 05

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