A San Fele presentato libro “Maestri futili?”

È stato presentato ieri sera a San Fele, in piazza Garibaldi, il volume "Maestri futili?" dello studioso di letteratura Donato Sperduto, originario di San Fele, ma residente in Svizzera.
Nel libro, l’autore lega con un originale filo rosso Gabriele d'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese e il filosofo Emanuele Severino, cogliendo le affinità che uniscono questi quattro grandi maestri italiani sul tema della futilità. Futilità che viene spogliata da Sperduto della sua accezione più comune, sostanzialmente negativa, per recuperarne quella etimologica. Futile, infatti, significa “che lascia scorrere”, riferito ai vasi che utilizzavano le vestali nell’antica Roma. In questo modo, l’autore collega la futilità alla fluidità.
Il tema del futile ritorna, dunque, in tutti gli autori, in modo palese, come per Pavese e Levi, o più celato, come in D’Annunzio e Severino. Un tema che, sebbene analizzato diversamente dai quattro scrittori, in tutti i casi viene considerato come la vera alternativa alla «crisi» dell'uomo contemporaneo, che non può sfuggire dal pensiero futile.
Dopo i saluti del presidente del Consiglio comunale di San Fele Donatello Annicchiarico e del vicepresidente del Consiglio provinciale di Potenza Donato Sperduto, omonimo dell’autore, la discussione sul libro si è incentrata proprio sui temi della futilità-fluidità, animata dall’analisi del professore di Storia della scuola e delle istituzioni educative Unibas Lucio Attorre e dagli interventi del sindaco e dell’assessore alla Cultura del Comune di San Fele, rispettivamente Gerardo Fasanella e Mauro Cerone, dell’assessore provinciale alla Cultura Francesco Pietrantuono e del presidente del Consiglio provinciale di Potenza Palmiro Sacco.
L’autore, inoltre, ha sottolineato l’originale collegamento (riscontrato da pochissimi critici) tra il “Cristo si è fermato a Eboli” di Levi e “La città morta” di D’Annunzio, ovvero tra la scoperta del «mondo magico» dei contadini lucani, dimenticati dalla storia ufficiale e la scoperta del tesoro di Micene di cui parla d'Annunzio nella sua tragedia.
Nelle sue conclusioni, infine, il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza ha posto l’accento sul concetto del “lasciar scorrere come modo rivoluzionario di affrontare la vita”, definendo Sperduto “un coraggioso scalatore della parola e della semantica, capace di raccontarsi un senso della parola che rompe con il luogo comune del futile come inutile'”.
Dopo la presentazione del libro, sempre a San Fele, si è svolto lo spettacolo del trio comico “La Faina”, nell’ambito del cartellone estivo “Tracce in Provincia”. (r.a.)

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